mercoledì, Maggio 8, 2024

LE POST VERITA’

Ecco un altro neologismo di cui non si sentiva la mancanza: “post truth” ossia “post verità”. E’ questa la parola dell’anno secondo l’Oxford dictionary che la definisce un termine che si riferisce a circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti di emozioni e credenze personali nel formare l’opinione pubblica.

La scelta di questo termine e’ stata influenzata dalla vittoria della Brexit in Gran Bretagna e di Trump negli Stati Uniti che, secondo chi lo ha inventato, sarebbero state influenzate da false informazioni sul web.

Sicuramente e’ consolatorio per chi ha perso elezioni e referendum e si ostina a non voler esaminare le vere cause della sconfitta. Dare la colpa a fantomatiche manovre sul web con spectre (organizzazioni criminali immaginarie) russe per aver perso, sa proprio di una di quelle bufale che vorrebbero combattere.

I giornali mainstream, ossia di tendenza dominante, hanno annunciato l’ingresso della politica nell’era della post verità’. Sinceramente a me non sembra una novità. Mi piacerebbe sapere qual’e’ stato il periodo politico delle verità.

Fin dai tempi di Aristotele e Platone si lamentavano i rischi delle false informazioni nell’influenzare l’opinione delle persone.

Alla fine del XIX secolo Nietzsche sosteneva che la verità e’ uno strumento del potere.

Nel XX secolo Michel Foucault scriveva “L’Ordine del discorso” in cui sosteneva che la verità e’ la legittimazione di ciò che viene esposto da parte di una casta di potenti, sapienti ed esperti.

Il presidente dell’antitrust Pitruzzella ha rilasciato un’intervista al Financial Times in cui sostiene la necessità di creare una rete di organismi nazionali capace di identificare le bufale in rete e di rimuoverle perchè sarebbero il motore per i populismi e una minaccia per la democrazia.

Io penso che la minaccia per la democrazia sia proprio l’offensiva per imbrigliare il web e tentare di silenziare chi da fastidio.

Sono d’accordo che si dovrebbero combattere i comportamenti violenti su internet che sono facili da identificare e rimuovere. Meno facile e’ identificare le bufale di tipo ideologico che riguardano la libera espressione del pensiero. Mi pare invece che siano proprio queste che si vogliano censurare.

Il pericolo della censura e’ reale. Un organismo statale che controlla, gestito da chi governa e ha le leve del potere, spaventa e farebbe pensare ad un vero e proprio regime.

Temo che i creatori del neologismo post verità cercheranno di mangiarsi pezzi della nostra libertà. Libertà d’informazione, libertà di critica e anche libertà di pensiero politicamente diverso.

Beolchi Daniela
Beolchi Daniela
Dopo aver lavorato tanti anni al Corriere della Sera ora sono felicemente in pensione e posso dedicarmi a ciò che mi interessa e che amo: gli animali, la natura, l’arte e la storia. Sono convinta che se gli uomini traessero insegnamento da uno studio attento della storia eviterebbero di ricadere sempre negli stessi errori alimentati dalla sete di potere e di ambizione di pochi che rovinano la vita di molti.
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