sabato, Luglio 27, 2024
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L’ ARTE COME STRUMENTO DI UMANIZZAZIONE DELLA MEDICINA, DI RIABILITAZIONE E DI PROMOZIONE DELLA SALUTE. PARTE PRIMA

Il modello di studio considera le arti come importanti nella ricerca del benessere e risorsa utile nei processi di umanizzazione dei luoghi di cura e di assistenza. L’orientamento culturale ed assistenziale degli ultimi anni ha posto maggiore attenzione alla qualità di vita, il cui mantenimento soggettivo costituisce parte integrante dello stato di salute. L’OMS parla di salute, un diritto umano fondamentale, come di “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo come semplice assenza di malattie o di infermità” (OMS, 1948). A questi principi possiamo aggiungere quanto affermato nella Carta di Ottawa, documento redatto nel 1986 durante la prima Conferenza internazionale per la promozione della salute, e che cita: “Grazie ad un buon livello di salute l’individuo e il gruppo devono essere in grado di identificare e sviluppare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente e di adattarvisi”. La salute quindi rappresenta un elemento centrale nella vita e una condizione indispensabile del benessere individuale e della prosperità delle popolazioni. Il fatto è anche documentato dai lavori della Commissione WHO su Macroeconomics and Health (WHO 2001) e richiamato a livello europeo dalla Strategia di Lisbona per lo Sviluppo e il Lavoro lanciata dalla Commissione Europea nel 2000 in risposta alle sfide della globalizzazione e dell’invecchiamento. La salute ha conseguenze che impattano su tutte le dimensioni della vita dell’individuo, giungendo a modificare le condizioni di vita, i comportamenti, le relazioni sociali, le opportunità e le prospettive di vita delle persone. Con l’aumentare dell’età la qualità della salute tende a divenire sempre più importante fino ad essere determinante nella popolazione anziana.

Arte e RIabilitazione

Si identifica così nella salute una potenzialità che crescendo diventa fattore di promozione di altri interventi positivi sulla persona. Allo stesso tempo, la capacità di adattamento all’ambiente viene considerata un elemento indicatore dello stato di salute. La salute pertanto non dipende solo dall’assenza di agenti biologici che concorrono all’insorgere della malattia, ma è il risultato di un armonico, naturale e completo sviluppo dell’individuo nella sua esistenza. Nell’uomo assumono grande rilievo gli stili di vita che aiutano a mantenere in equilibrio la salute della mente e del corpo. Le dimensioni della salute diventano quindi fisiche, emotive, spirituali, psicologiche e sociali. La percezione dello stato di benessere dipende da una pluralità di fattori non riconducibili solo a indicatori biologici ma anche a condizioni legate allo stile di vita, alle occasioni di arricchimento culturale, alle proprie passioni e alla sensibilità artistica. Il linguaggio della cura quindi considera l’arte come risorsa utile per l’individuo; l’arte infatti ha sempre risposto ai bisogni dell’essere umano di esprimersi, di comunicare, di dare forma alle proprie emozioni e, grazie al suo linguaggio simbolico, aiuta a rendere più accessibili quei vissuti che spesso l’uomo non riesce ad esprimere a livello verbale. L’espressione di sé attraverso le produzioni creative può motivare e sostenere l’individuo nell’affrontare le diverse fasi della vita e può migliorare lo stato di benessere soggettivo.

Arte e riabilitazione

La creatività infatti permette di utilizzare le emozioni come risorsa per entrare in relazione sia con se stessi che con il mondo esterno, migliorando la fiducia nelle proprie potenzialità. L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività che porta a forme di creatività e di espressione estetica; l’arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, riflessioni e messaggi soggettivi, senza che esista un unico linguaggio artistico e neppure un codice universale di interpretazione; è espressione estetica dell’interiorità umana e rispecchia le opinioni dell’artista nell’ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso all’interno di un particolare tempo o periodo storico. Nel corso degli anni si è affermato l’utilizzo dell’attività artistica come pratica terapeutica in ambito clinico, avvalendosi dei contributi derivanti dalle ricerche psicoanalitiche e dalle più recenti scoperte delle neuroscienze. Queste conoscenze, non solo definiscono i fondamenti metodologici dell’arteterapia, ma aiutano a comprendere l’importanza delle attività espressivo-creative, fondamentali per un corretto sviluppo durante l’età evolutiva e benefiche nelle varie fasi della vita. Le principali forme di arte che consideriamo oggi sono le seguenti: pittura, scultura, architettura, letteratura, musica, danza, teatro, cinema, fotografia. Esse possono essere distinte in arti visive (come la pittura), che non richiedono un’esecuzione perché l’opera si presenta definita, e arti performative (come il teatro), che richiedono all’artista non solo di essere prodotte, ma anche eseguite. Un’altra possibile suddivisione delle arti, basata sui sensi umani, distingue le arti visive, come la pittura, dalle arti uditive, quale la musica, dalle arti audiovisive come il teatro. L’arte è strumento indispensabile per formare un pensiero critico, per affinare la sensibilità estetica e per migliorare il benessere personale; esperienze di integrazione dell’arte in spazi pubblici e all’interno di strutture sanitarie e residenziali di cura sono in corso da anni in Italia e all’estero. L’umanizzazione della medicina inoltre è parte essenziale del processo di rigenerazione delle pratiche sanitarie. Le arti possono offrire a chi si occupa di salute, sia da un punto di vista sanitario che sociale, una condizione efficace per promuovere il benessere personale nel paziente come nell’operatore sanitario e per migliorare la relazione, la comunicazione e il lavoro d’equipe. Il processo unisce etica e formazione del personale, cambiamenti strutturali ed impegno verso la creazione di una cultura innovativa allo scopo di recuperare la centralità dell’individuo. Tra le proposte in ambiente sanitario utili da ricordare citiamo, ad esempio, il progetto “Brera in Humanitas” che coinvolge l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e che vede la riproduzione di dettagli di capolavori della Pinacoteca di Brera esposte nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale.
Il progetto “Ospedali dipinti” di Silvio Irilli, si tratta di “ambienti emozionali” come lo descrive lo stesso artista, “perché il paziente è soprattutto una persona”. Altra interessante realtà è rappresentata dal progetto “Art & Art” della Radioterapia Oncologica del Policlinico Gemelli di Roma che delinea un percorso tra arte e cura che rappresenta il futuro della medicina. Il “Progetto Giovani” della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale per la cura dei Tumori di Milano invece vuole offrire ai pazienti pediatrici e giovani adulti un percorso di condivisione e socializzazione che li aiuta ad affrontare le quotidiane sfide che devono affrontare durante il periodo delle cure ospedaliere. Una citazione merita l’utilizzo della Fotografia in Terapia con il lavoro svolto dalla fotografa Alessia Spina e illustrato nel progetto “Pandemonio”, la descrizione fotografica degli episodi di attacchi di panico nella loro solitaria drammaticità.  Quelli citati sono solo alcuni dei molti esempi di umanizzazione della medicina che sono di complemento ai progressi scientifici e tecnologici della scienza medica.

Articolo a cura di Collettivo P 14 con il supporto tecnico di Sabrina Marini, psicologa e psicoterapeuta.


Fonti citate:

Progetto di Biblioterapia Umanistica: Alessandra Manzoni; Fotografia e Fotografia Terapeutica “Progetto Pandemonio” di Alessia Spina; “Il Talento della Malattia” di Paola Albini, Natalia Piana e Associazione C6 Siloku; Progetto Ospedali Dipinti di Sergio Irilli; “Brera in Humanitas” Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, Pinacoteca di Brera e Amici di Brera; “Progetto Giovani” Pediatria Oncologica Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Art & Art Radioterapia Oncologica Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

Capocasa Carlo
Capocasa Carlo
Carlo è ricercatore in campo medico e svolge la sua attività tra la Svizzera e Milano. Si è occupato del miglioramento della qualità di vita del malato oncologico promuovendo e realizzando anche alcuni convegni medico scientifici. Ha la passione per la letteratura classica, la storia e ama collezionare libri antichi. Il suo interesse per la qualità di vita delle persone con patologie che possono determinare fragilità anche sociali, ha motivato l'avvio di alcuni studi che prevedono discipline olistiche e psicoterapia a sostegno del paziente durante il percorso di cure mediche.
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