Santa Maria del tiglio è un gioiellino romantico sito sul lago di Como
Nell’Alto Lario il paesaggio del lago di Como, fatto di paesini che hanno dovuto svilupparsi in poco spazio e sono caratterizzati da scale e stradine che salgono e scendono rendendo le passeggiate affascinanti per il contesto ma faticose, cambia. Gli spazi si allargano, le sponde si allontanano e tutto diventa più pianeggiante.
In questa parte si trovano le passeggiate bordo lago più belle e rilassanti di tutto il Lario.
Una di queste è la Dongo- Gravedona. Mio marito ed io amiamo farla tutte le volte che ci concediamo giorni di vacanza e di relax sulle sponde di questo lago che ci piace molto e rappresenta il nostro “buen ritiro” per fuggire dal ritmo frenetico della città
E’ una passeggiata semplice, rilassante lontano dal traffico. Si tratta di circa cinque chilometri tra andata e ritorno.
Uno dei motivi per cui ci piace molto è poter camminare così vicino all’acqua. In estate le ampie spiagge sabbiose sono affollate e a tratti sembra di essere al mare. Nelle stagioni più tranquille si apprezza ancora di più il panorama pittoresco, l’aria diventa frizzante e si sentono solo i rumori del vento e delle onde.
Una volta arrivati a Gravedona non si può fare a meno di visitare la bellissima chiesetta romanica di Santa Maria del Tiglio.
Si trova in riva al lago circondata da un tappeto erboso ben curato a lato della parrocchiale di San Vincenzo. E’ un gioiellino architettonico. Entrando si respira spiritualità. L’interno è piuttosto spoglio, rigoroso e induce alla meditazione.
Dalle finestrelle si vede il lago ed è bello sedersi, lasciare libero il pensiero godendo del senso di pace che si percepisce lì dentro. L’atmosfera che si respira va oltre il credo religioso. E’ un luogo di meditazione e raccoglimento.
La chiesetta risale al X- XI secolo e sostituisce un antico battistero paleocristiano del V-VI secolo.
Un tempo i muri dovevano essere decorati da un ciclo di affreschi di cui è rimasto poco. Ad esempio, Il giudizio universale che risale alla prima metà del XIV secolo, alcuni santi come santo Stefano e san Gottardo patrono dei passi alpini e la Vergine in trono con il Bambino e santi.
E’ stata costruita ad opera dei Magistri Cumacini, primi maestri del romanico lombardo. Gli stessi a cui sono attribuite le chiese di san Fedele e s. Abbondio a Como.
Su una parete della chiesetta si può ammirare un imponente Crocifisso ligneo del XII secolo. Il volto di questo Cristo colpisce perché non è giovane, sembra senza età.
Sul pavimento si nota un frammento di
mosaico del V secolo.
Il nome deriverebbe da una pianta di tiglio cresciuta sul campanile a fine costruzione. E’ stata costruita utilizzando la pietra locale: il marmo bianco di Musso e la petra nera di Olcio.
Vale la pena farci un salto e visitarla!