mercoledì, Maggio 1, 2024
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Arte e creatività nell’opera di Cristian Sutti.

Ho conosciuto l’architetto e industrial designer Cristian Sutti nel suo showroom in via Terraggio 15 a Milano non molto distante dalla Basilica di Sant’Ambrogio nel centro storico della città. Il motivo dell’interesse verso la sua passione si cela dietro l’originalità dei pezzi esposti e dalla ricerca e lo studio che sono alla base di ogni singolo progetto creativo. L’origine di tutto è nella rivalutazione e nella rivisitazione di oggetti di design del passato in chiave moderna con uno sguardo alla estetica dell’oggetto e alla sua praticità all’interno di un arredamento moderno o antico. Questa azione richiede una fase iniziale dedicata alla ricerca dell’oggetto, a volte mirata ma spesso occasionale. L’oggetto viene di seguito analizzato e studiato nella sua possibile funzionalità e quindi adattato alle esigenze contemporanee. Tutto questo ha il senso non solo della ricerca ma anche del gioco, di un momento ludico dove allo spazio della ricerca estetica si sostituisce una passione quasi universale per ciò che rappresenta non solo una attività professionale ma al tempo stesso un divertimento creativo.
L’altro motivo che mi ha incuriosito è stata una certa assonanza ideologica tra l’opera di Cristian Sutti e il genio creativo di un grande maestro come è stato Bruno Munari, uno dei più originali protagonisti dell’arte, della grafica e del design italiani del Novecento.
Eclettico artista e designer, scrittore, uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva, nella pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica e, non visiva, scrittura, poesia, didattica, con una ricerca sul tema del movimento; nacque a Milano nel 1907 e morì sempre a Milano nel 1998.
Fin dagli inizi negli anni Trenta con il Futurismo ha sempre dedicato la propria attività creativa alla sperimentazione, declinandola in ogni sua forma e spaziando tra pittura, scultura, design, fotografia e didattica.

Lo spazio resta l’elemento centrale dell’opera di Munari, sempre più inteso come la materia dentro la quale la vita umana si articola. La definizione di artista data a Munari è riduttiva : dotato di fantasia, immaginazione, inventiva e intelligenza, mise il suo talento al servizio del design,  di un nuovo concetto pedagogico delle arti visive, lasciando che i confini tra queste categorie fossero in costante osmosi, in uno scambio reciproco. Tra i fondatori del MAC, Movimento Arte Concreta, Munari ha destinato un ruolo importante nella sua ricerca all’esplorazione delle possibilità della forma astratta. L’astrattismo concreto si libera da qualsiasi residuo narrativo, concentrandosi esclusivamente sulla relazione tra forma, colore, ritmo. Progettare percezioni: comunicare benessere attraverso lo spazio.

Questo contributo vuole esplorare le sperimentazioni visive di Cristian Sutti che si traducono nella sua originale produzione creativa. Secondo Munari la creatività è una capacità produttiva e concreta, da coltivare e accrescere, che collega fantasia e ragione. Spiegare a parole il proprio lavoro e coinvolgere il pubblico stesso nell’atto creativo è stata la strategia che quest’ultimo ha impiegato per rendere la società più consapevole dei problemi estetici della modernità. A partire dagli anni Sessanta, Munari diventa un protagonista del dibattito che si sta creando intorno alla progettazione industriale.

Per Munari, infatti, un oggetto deve essere utile, etico e deve risolvere un problema senza rinunciare alla bellezza. Avere dei contenuti da esprimere ed essere in grado di farlo attraverso l’arte, differenziando ogni volta lo spazio nel quale aprire un dialogo, non è cosa semplice da ritrovare nel mondo dell’arte. L’arte è ricerca di originalità, di bellezza, di contaminazioni che, nell’universo dell’artista, sono l’essenza stessa della ricerca e della sperimentazione. “La produzione fornisce non solo un materiale al bisogno, ma anche un bisogno al materiale. Quando il consumo emerge dalla sua immediatezza e dalla sua prima rozzezza naturale – e l’attardarsi in questa fase sarebbe ancora il risultato  di una produzione imprigionata nella rozzezza naturale – esso stesso come impulso è mediato dall’oggetto, e il bisogno di quest’ultimo che esso prova è creato dalla percezione dell’oggetto. L’oggetto artistico – e allo sesso modo qualsiasi altro prodotto – crea un pubblico sensibile all’arte e capace di godimento estetico. La produzione produce perciò non soltanto un oggetto per il soggetto, ma  anche un soggetto per l’oggetto. K. Marx, Einleitung ( zur Kritik…), cit., p. 624, Creazioni dell’arte e osservazioni estetiche, da Scritti sull’arte, K. Marx, F. Engels, a cura di Carlo Salinari, Laterza, 1974.”

L’ispirazione che è alla base del progetto creativo e industriale di Cristian Sutti trae la sua origine da una intuizione e passione maturate nel tempo: far rivivere oggetti antichi, vintage e con una propria storia e trasformarli in oggetti unici, originali, riadattati alle esigenze e ai gusti estetici di oggi. Il riuso creativo permette di far rivivere il passato nel presente perché ogni oggetto ha una propria storia da tramandare. Il progetto 2010 Limited Edition  aveva e ha lo scopo di creare oggetti realizzati solo in Italia attraverso l’opera di artigiani. Il concetto dell’oggetto unico o comunque in edizione limitata è sempre stato associato ad una immagine di qualità. Il principio ispiratore è altresì una sfida che permette agli oggetti di avere nuova vita e funzionalità con uno sguardo sempre attento ai principi di eco sostenibilità. La metodologia e la creatività permettono a Cristian Sutti di realizzare accessori e complementi di arredo utilizzando come base sempre materiali di qualità. L’idea alla base del progetto è quella di rivisitare e reinterpretare oggetti vintage con una visione moderna ottenendo un prodotto unico per la qualità della lavorazione e per la ricercatezza dei materiali oltre alla nuova funzionalità data. L’idea del vintage originale e del suo riuso creativo nasce da una sintesi tra la passione e le esperienze maturate nel corso degli anni. Da sempre Sutti ha nutrito una passione per gli oggetti del passato, trasferendo il suo interesse per auto e moto, ai complementi di arredo e agli accessori. Le sue passioni, unite al corso di studi di Architettura e alla creatività, hanno dato vita all’idea del riuso creativo del vintage originale. Poter dare una nuova vita a oggetti del passato è resa possibile dalla qualità degli oggetti e dalla resistenza dei materiali che venivano utilizzati un tempo. Gli oggetti che venivano realizzati in passato erano fatti per durare nel tempo. Per il progetto 2010 Limited Edition utilizzerei allo scopo anche il termine di passione: una passione che è utile anche nel campo della economia circolare dove il vecchio complemento d’arredo, reinterpretato in chiave moderna, trova spazio in realtà contemporanee. Così, un tasto in bachelite di una macchina da scrivere del 1920 diventa simbolo o monogramma di un anello da uomo o da donna, reinterpretato in chiave moderna (anello d’argento realizzato a mano con monogramma personalizzato in bachelite proveniente da una vecchia macchina da scrivere). Nel mondo moderno il problema può essere rappresentato dalla continua ricerca dell’ultimo modello in campo tecnologico presente sul mercato, rincorsa che alimenta un mercato consumistico. I complementi di arredo di qualità invece sono pezzi unici e non riproducibili, non esiste cioè una serialità. Come per la pittura o la scultura nel campo dell’arte, l’originalità dell’opera, l’autore, il periodo di realizzazione, lo stile, possono avere una importanza unica e di fatto non riproducibile se non attraverso la falsificazione dell’opera. La bellezza e il pregio dell’opera anche dal punto di vista dell’investimento finanziario sono realtà che influiscono sulla rarità di certe opere rispetto ad altre. La non riproducibilità dell’opera originale per la scomparsa dell’autore determina poi un aumento di valore che è in linea con la ricerca sul mercato di quell’opera e con la sua bellezza e rarità. La serialità nella produzione di opere d’arte è stata oggetto di studio di artisti come Andy Warhol che, in alcuni casi, hanno utilizzato la pop art come elemento seriale di riproduzione di massa per fasce di pubblico sempre più estese a scopo culturale di diffusione dell’arte. Molte volte gli oggetti sono scelti per l’energia che sprigionano, energia che alimenta l’ispirazione e la creatività. Ricordiamo sempre che la bellezza degli oggetti è soggettiva e dipende sempre dal gusto estetico dell’osservatore.
Il logo 2010 Limited Edition nasce nel 2010 e negli ultimi anni ha affiancato il progetto di riuso creativo del vintage originale iniziato a prendere forma il progetto esecutivo e creativo. L’idea iniziale è stata la produzione di anelli, realizzati con i tasti di vecchie macchine da scrivere per poi ampliare la collezione con altri gioielli. In seguito sono arrivati gli elementi di arredo, le installazioni di arte concettuale, gli accessori con una continua evoluzione. Secondo Sutti il riuso creativo in realtà è una azione di restauro e recupero di oggetti non di modernariato. Il tema è di grande attualità, soprattutto il riuso a fini ecologici, al punto che anche l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha dedicato un corso di studi in materia (Laurea Magistrale in Product Design, Tecnologie dei Nuovi Materiali). Il “pensiero creativo” permette di considerare gli oggetti non soltanto per quello che sono, ma anche per quello che potrebbero diventare”. L’idea è quella di creare un nuovo rapporto con gli oggetti, imparando a separarli dalla loro funzione principale, superando la “fissità funzionale” (Duncker) e ad osservarli per le loro potenzialità materiche, formali, tattili, percettive. Questa azione nasconde il senso della sfida verso il senso comune del valore dell’oggetto, il racconto della storia che un oggetto vuole rappresentare, la fragilità della materia, l’armonia e l’abilità costruttiva di un particolare, alla ricerca della bellezza in luoghi inaspettati (Pulvirenti).
In un discorso evolutivo sulle funzioni dell’arte e dell’architettura a beneficio dell’uomo un discorso a parte merita l’edilizia sanitaria. L’evoluzione anche della ricerca urbanistica in Sanità ha portato a considerare gli ospedali come parte integrante del progetto di cura del paziente. Quindi anche lo spazio ospedaliero ha un ruolo nella assistenza sanitaria di pari passo con le cure sanitarie. La ricerca vuole offrire al visitatore spazi maggiormente a misura d’uomo e di felice impatto emotivo sullo stato di benessere del paziente e del suo accompagnatore. La risposta potrebbe essere data dalla creazione di una sorta di frattura tra il pensiero e la visione, uno spazio  che riesca a distrarre la persona pur mantenendo ad alti livelli le prestazioni sanitarie. Una esposizione di quadri, complementi d’arredo, pannelli artistici alle pareti, schermi con proiezioni di immagini continue, particolari di opere d’arte riprodotte sulle pareti, sono tutte realtà già presenti in molti ospedali e centri di cura nel nostro Paese e di stimolo per future ricerche anche in ambito clinico per i possibili benefici che comporta la visione di opere d’arte sul nostro stato psicologico.

Capocasa Carlo
Capocasa Carlo
Carlo è ricercatore in campo medico e svolge la sua attività tra la Svizzera e Milano. Si è occupato del miglioramento della qualità di vita del malato oncologico promuovendo e realizzando anche alcuni convegni medico scientifici. Ha la passione per la letteratura classica, la storia e ama collezionare libri antichi. Il suo interesse per la qualità di vita delle persone con patologie che possono determinare fragilità anche sociali, ha motivato l'avvio di alcuni studi che prevedono discipline olistiche e psicoterapia a sostegno del paziente durante il percorso di cure mediche.
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