sabato, Luglio 27, 2024
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Lo stupro come arma di guerra.

Le violenze sessuali in teatro di guerra costituiscono un’arma utilizzata dagli eserciti per vilipendere etnie “nemiche”. Lo scopo è cancellare in parte o interi gruppi di individui, diffondere malattie come l’AIDS, devastare  famiglie, sottomettere popolazioni anche per l’avvenire; costituiscono violenze sessuali sistematiche e complete.
Si tratta di un vero e proprio genocidio psicologico e fisico ai danni di intere comunità.
Ci troviamo innanzi a uno stupro eseguito da forze militari e paramilitari nel corso di conflitti armati.
Stupro di guerra significa anche prostituzione, al fine di portare le donne a divenire schiave sessuali delle forze occupanti.
Riporto un caso risalente alla seconda guerra mondiale, il confort woman”.

Nel 1998 “Lo Statuto di Roma” definisce stupro, schiavitù sessuale, prostituzione gravidanze coatte e sterilizzazioni, crimini contro l’umanità, ponendoli sullo stesso piano dei crimini di guerra.
Nel 2008, il Consiglio Nazionale dell’ONU ha espressamente chiesto di troncare l’uso della violenza sessuale come arma da guerra.
Il Documento dei Quindici approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu contiene la richiesta di cessazione completa e immediata  della violenza sessuale contro i civili in zone belliche con  minaccia nei confronti dei colpevoli di condurli difronte al tribunale dell’AIA, aggiungendo l’effetto immediato di tale atto.
Giuridicamente è fondamentale portare alla comprensione che la violenza sessuale è la prima forma di violazione dei diritti individuali, e conseguentemente dei diritti dell’uomo. Nonostante i provvedimenti presi a livello internazionali, ciò avviene tutt’ora.

Nel 2010 in Kirghizistan la minoranza Uzbeka ha subito un attacco anti etnico. Fra i rifugiati sono state contate quarantamila tra donne e bambini che hanno provato sulla loro pelle stupri, saccheggi e omicidi di massa, brutalità che vide protagonisti  uomini in divisa, militari o paramilitari.
Stupro e schiavitù sessuale colpiscono la Repubblica Centrafricana; rappresentano strumenti di condotta durante gli assalti armati nell’ambito del conflitto che coinvolge il Paese dal 2012.
Fin da bambina ricordo quanto avvenne in Bosnia Erzegovina e Ruanda.
Nel primo caso siamo nel 1989, le forze armate serbe stuprarono tra le 30.000 e le 50.000 donne musulmane bosniache, all’interno di quelli che vennero definiti “Campi di Stupro”. Secondo dati forniti ai tempi da Amnesty International, non tutte le vittime non hanno trovato il coraggio di denunciare le atrocità subite in quanto gli autori di tali barbarie non solo vivevano nelle loro stesse comunità, ma vi presero anche potere.
Anni prima durante il genocidio in Ruanda furono seviziate, torturate e violentate tra le 250 mila e il mezzo milione di donne e bambine.

La situazione della Repubblica democratica del Congo presenta un alto numero di stupri: vittime donne e uomini.
Statistiche dicono che il 12% degli uomini e il 30% delle donne hanno denunciato tale reato correlato al conflitto corrente.
Non solo, spesso ai padri viene obbligato lo stupro della figlia, in caso di rifiuto le alternative sono due: uccisione del padre o della figlia stessa.

Nel 2018 le  Filippine hanno visto una crescita  di questo tipo di violenza. Le forze armate nazionali la utilizzarono in operazioni “contro terrorismo” specialmente nel Mindanao, dove il presidente Rodrigo Duterte sembrava all’apparenza incoraggiare tali stupri. (Fonte Atlante delle donne di di Jonie Seager)
Il presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio ha dichiarato che tra il 2017 e il 2018 gli stupri sono quasi raddoppiati, passando da 4750 a 8505;  dopo averne denunciato l’emergenza nazionale, ha preso la ferrea decisione di punire con l’ergastolo lo stupro ai danni di minorenni, che corrisponde a 1/3 del totale degli stuprati.
Ogni ospedale deve inoltre prestare cure gratuite, medicinali e ogni tipo di supporto a tutte quelle ragazzine che hanno subito il trauma fisico e  psichico della violenza sessuale.

In Somalia, nel 2017 sono stati registrati dall’Onu 329 casi di stupri e abusi legati al conflitto, ai danni di donne e ragazzine: in un caso la vittima è stato constatato essere un ragazzino di undici anni.
Nel 2019 l’Onu approva la risoluzione contro lo stupro come arma da guerra.
L’organo delle nazione unite ha approvato con tredici voti a favore e due contrari (Russia e Cina) una risoluzione il cui scopo è combattere l’uso dello stupro come arma da guerra, attraverso sanzioni.
Da notare che inizialmente gli Usa avevano minacciato di porre veto in quanto l’espressione “salute riproduttiva”, costituiva appoggio all’aborto nei confronti delle vittime.
Ciò che però manca in questa risoluzione è lo strumento per monitorare e segnalare l’efferatezza nello svolgersi di una guerra.
Lo stupro nel corso di conflitti armati è vera e propria “guerra psicologica” , al fine di oltraggiare, cancellare dignità, libertà e cultura  delle vittime.

 

Concludo portando video testimonianze di vittime di questo squallore:

Sud Sudan , lo stupro come arma da guerra ( materiale da Fan Page )
https://www.youtube.com/watch?v=KvvnyfwDf2M

Congo: i segni indelebili della violenza sulle donne
https://www.youtube.com/watch?v=TdBtXJ2AznU Ross Kempt :  The Congo war
https://www.youtube.com/watch?v=UoayrZO8GBc    
Repubblica del Congo, un uomo su 4 è stato vittima di stupro da askanews 2014
https://www.youtube.com/watch?v=GTAzfKARt_Q

Attraversare la storia, continuare ininterrotamente a raccontare ciò che forse conosciamo solo in superficialità, un giorno, forse, il futuro cambierà. Ma qui entrano in gioco potenze internazionali che hanno maggior peso.
Scribacchini e associazioni possono denunciare, fare battaglie, a modo loro, attraverso i mezzi che hanno a disposizione.

Chi ha l’obbligo assoluto di intervenire, infine, è qualcun’altro.
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