
Adolescenza: tra emergenza, ricerca e speranza
Milano – Il disagio psicologico tra gli adolescenti è una realtà sempre più evidente e urgente, che chiama a raccolta istituzioni, scuola e comunità.
Giovedì 9 ottobre, alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Sala Medicinema dell’Ospedale Niguarda ha ospitato il convegno “Adolescenza: tra emergenza, ricerca e speranza”, promosso da Fondazione Patrizio Paoletti e Fondazione Ospedale Niguarda. Un momento di confronto tra esperti, operatori sanitari e mondo educativo per affrontare una delle sfide più delicate del nostro tempo: la salute mentale giovanile.
I numeri presentati durante l’incontro parlano chiaro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo un adolescente su sette soffre di disturbi mentali, in particolare depressione, ansia e disturbi del comportamento. Il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni, e addirittura la seconda nella fascia 15–19 anni nei Paesi dell’Unione Europea. In Italia la situazione è ancora più preoccupante: il 44,9% degli adolescenti ha sperimentato almeno una volta il pensiero suicida. Oltre la metà delle patologie mentali insorge prima dei 18 anni. Se trascurate, queste condizioni possono estendersi all’età adulta, con conseguenze profonde sul benessere individuale e collettivo.
Il convegno si è aperto con la proiezione della terza puntata della serie Netflix “Adolescence”, realizzata per dare voce ai giovani e raccontare le sfide quotidiane che affrontano. Successivamente è stato presentato il nuovo report della Fondazione Patrizio Paoletti “Focus Adolescenza: risultati, voci e prospettive per educare alla Salute Globale”. Il documento raccoglie dati, testimonianze e proposte per un’educazione più consapevole, sottolineando il ruolo della resilienza e della pratica del silenzio come strumenti educativi capaci di rafforzare la consapevolezza e il benessere psicosociale.
Stefania Fregosi, Healthcare Head Ipsos Doxa, ha portato i risultati di due ricerche internazionali: il Mind Health Report per AXA e l’Ipsos Health Service Report per il World Mental Health Day 2025. In Italia la salute mentale è oggi la seconda causa di preoccupazione dopo il cancro, con un indice quadruplicato rispetto al 2020. Per la Generazione Z è la prima: solitudine e isolamento sociale (51%) e uso eccessivo dei social media (52%) sono i principali fattori di rischio percepiti.
«Vogliamo restituire speranza, strumenti e visione a una generazione che oggi ci sta chiedendo ascolto», ha dichiarato Patrizio Paoletti.
Un messaggio condiviso da Alberto Zoli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda e presidente della Fondazione Ospedale Niguarda, che ha ricordato l’impegno concreto della struttura: «L’adolescenza è una fase complessa che ha visto negli ultimi anni un aumento importante di casi legati ad ansia, isolamento sociale e depressione. Per questo abbiamo sviluppato C’è da fare – SafeTeen, un modello ambulatoriale di alta intensità che intercetta precocemente situazioni ad alto rischio e garantisce percorsi personalizzati e continuità assistenziale». Un modello già adottato in altre realtà sanitarie italiane.
Alla mattinata hanno partecipato anche delegazioni di studenti dell’Istituto Paritario San Paolo di Bergamo e dell’Euroscuola di Brescia, accompagnate dalla dirigente Simona De Santis. Un segnale importante: scuola, famiglia, istituzioni, ricerca, sanità e terzo settore sono chiamati a lavorare insieme per costruire risposte efficaci e condivise.
Affrontare la crisi della salute mentale giovanile significa non solo intervenire sull’emergenza, ma immaginare e costruire un futuro possibile, fatto di ascolto, educazione e comunità.
Mara Cozzoli
