Presentazione dell’evento a Termoli.
L’esperienza del libro-intervista ” Passiamo all’altra riva “ di don Benito Giorgetta con Luigi Bonaventura, sfociata nella serie di presentazioni itineranti sul tema del pentitismo di mafia e della criminalità organizzata, ha messo radici sul territorio molisano e non solo, tant’è che il mondo dell’associazionismo di testimoni e collaboratori di giustizia farà un altro passo avanti. Di questo si discuterà, oggi, a Termoli, in un incontro importante, a cui prenderanno parte oltre ai protagonisti di “Passiamo all’altra riva” ospiti illustri del mondo giudiziario. Collaboratori e testimoni di giustizia, uomini, donne e loro familiari in prima linea contro le mafie. Il mondo dei denuncianti o collaboranti al centro dell’incontro con la Iktus-Onlus, l’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione” e l’associazione “Sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia”. Prenderanno parte all’evento, oltre al sindaco Francesco Roberti, Luigi Cassio Telesforo Dipace, Nicola Morra, Luigi Gaetti, Antonino Bartuccio, Vincenzo Musacchio e come moderatore il giudice Daniele Colucci. Un appuntamento a due giorni dal trentennale della strage di Capaci.
Chi sono i collaboratori di giustizia
Si calcola, approssimativamente, che in Italia le persone sottoposte a particolare programma di protezione da parte dello Stato siano all’incirca 6mila tra collaboratori e testimoni di giustizia assieme ai loro familiari.
Queste persone sono coloro che avendo condotto una esistenza malavitosa hanno deciso di collaborare con lo Stato al fine di combattere le mafie e porsi dalla parte della legalità. Così facendo hanno bisogno di protezione perché sottoposti a rischio per la loro incolumità in quanto coloro che da essi vengono denunciati li condannano a morte.
Ponendosi nelle mani dello Stato, assumono una identità anagrafica fittizia e vengono spostati per vivere, in anonimato, in varie città del territorio nazionale e, qualche volta, all’estero. Con essi tutti i familiari. Da quel momento inizia una sorta di calvario. Lasciare tutto: proprietà, affetti, professioni, relazioni li pone in uno stato di nomadismo e di precarietà con tutte le criticità che ne conseguono.
Da coloro che continuano a vivere nella malavita queste persone sono definite “infami” e “parassiti dello Stato”, effettivamente sono di grande aiuto per la magistratura inquirente. Fanno scoprire tanti illeciti, danno paternità a tante azioni criminose, vengono scoperti mandanti ed esecutori di tanti omicidi. Si smantellano tante organizzazioni, affiorano, attraverso la loro collaborazione tanti illeciti, corruzioni a vari livelli e tante altre nefandezze amministrative, giuridiche, processuali. Traffici illeciti, giochi d’azzardo e tanto altro.
Ma tutte queste persone, che vengono protette dallo Stato, hanno, purtroppo, anche molteplici problemi da risolvere. Sono sottoposte a tanti limitazioni di vario genere. Non certo conducono una vita facile e senza rischi. Soprattutto i più giovani: bambini, ragazzi, adolescenti hanno bisogno di guide, di sostegno, di accompagnamento, giacché la loro giovane vita è stata messa a soqquadro e all’improvviso. Sono la parte più debole di questo sistema.
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Il tutto si regge attraverso delle strutture che lo Stato ha posto in essere per fare fronte alla complessa macchina della protezione dei denuncianti-collaboranti e delle loro famiglie. Innanzitutto c’è la Commissione Centrale ex articolo 10, poi vi è il Servizio Centrale di Protezione ed infine nel territorio i NOP (Nuclei operativi di protezione) e poi i territoriali che sono a diretto contatto con i protetti. Una macchina colossale e complessa per rendere la vita più facile. Uno sforzo immenso da parte della Stato italiano a cui non corrispondono altrettanti benefici per le singole persone o per i nuclei familiari. Le leggi e i regolamenti che reggono il rapporto tra i denuncianti-collaboranti e lo Stato sono ormai obsolete e non rispondenti alle necessità personali e non adatti all’avanzare della tecnologia. Occorrono nuove intuizioni, nuovi stimoli, nuove proposte, nuove strategie che pongano in sicurezza le persone e permettano a chi le deve proteggere di usare mezzi e strategie adatte ai nuovi tempi.
Per questo motivo si è pensato di svolgere, qui a Termoli, un convegno nazionale di interesse generale perché accenda i fari su tutte queste questioni e stimoli proposte da vagliare, avanzare e proporre per meglio rispondere alle necessità di questo esercito di persone poste sotto protezione.
Su iniziativa di tre associazioni no-profit: “Iktus-Casa famiglia Lucia e Bernardo Bertolino”, “Sostenitori Collaboratori e Testimoni di Giustizia” e “i Cittadini contro le mafie e la corruzione” sono state invitate le massime autorità a livello apicale per discutere assieme la problematica e cercare di dare risposte concrete che soddisfino le diverse sensibilità coinvolte. Non mancheranno testimonianze vissute in prima persona da chi è coinvolto in queste situazioni come l’ex mafioso e collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura e il testimone di giustizia Antonino Bartuccio ex sindaco di Rizziconi.
“Passiamo all’altra riva”: Collaboratori e Testimoni di giustizia, uomini, donne e loro familiari in prima linea contro le mafie.
IL PROGRAMMA
Saluti
Francesco Roberti
Sindaco e Presidente della Provincia
Benito Giorgetta
Iktus-Onlus
Luigi Cassio Telesforo Dipace
presidente Associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”
Interventi
Nicola Morra – Presidente della Commissione parlamentare antimafia
“L’importanza dei denuncianti nel contrasto alle mafie. La “cultura” del vedere, del parlare e del collaborare”
Nicola Zupo – Direttore del Servizio centrale di protezione
“Organizzazione e funzione del Servizio centrale di protezione. Cambiamenti e Prospettive”
Luigi Gaetti – Presidente Onorario Ass. “Sostenitori dei Collaboratori e Testimoni di Giustizia” ed ex Presidente della Commissione centrale (ex art.10) di protezione
“Funzione della Commissione centrale (ex art.10) di protezione. Ruolo delle associazioni e organizzazione”
Antonino Bartuccio – Testimone di giustizia ex sindaco di Rizziconi (RC)
“Il coraggio di un sindaco contro la mafia. Come si vive da testimone di giustizia”
Vincenzo Musacchio – Giurista e docente di diritto penale. Analista specializzato in tecniche di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Presidente e direttore scientifico dell’Osservatorio Antimafia del Molise.
“Quali suggerimenti al legislatore perché sia più vicino ai denunciati e ne favorisca lo sviluppo?”
Luigi Bonaventura –Ex mafioso ora “Collaboratore di Giustizia”. Collabora con varie Procure
“Disagi e pericoli vissuti dai familiari dei denuncianti. Emergenza minori”
Modera
Daniele Colucci – Magistrato.
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