sabato, Luglio 27, 2024
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Pet- therapy: la relazione tra persone e animali.

Effetti e benefici della pet-therapy su bambini, pazienti psichiatrici e anziani.

La letteratura insegna che i principali campi di applicazione della pet-therapy riguardano i settori pediatrici, geriatrici e psichiatrici, a cui vanno ad aggiungersi i circuiti delle cure palliative e della disabilità in generale.
Tra i sintomi maggiormente studiati e nel quale tale forma terapeutica è stata impiegata rientrano dolore, depressione del tono dell’umore, ansia, disturbi comportamentali, deterioramento cognitivo ed anoressia.
Nonostante gli effettivi benefici registrati nel trattamento di situazioni di bisogno, ad oggi, non ha ancora avuto un riconoscimento scientifico ufficiale, questo per una serie di motivi tra i quali la difficoltà nel mettere ordine tra i materiali prodotti e i metodi utilizzati.
In ambito psichiatrico risulta essere un valido aiuto terapeutico per pazienti che non sono in grado di verbalizzare, bambini autistici o pazienti con morbo di Alzheimer ed è utilizzata tanto su disturbi acuti, quanto cronici.

Gli obiettivi raggiunti sono strettamente connessi al miglioramento della qualità della vita, con incremento del tono dell’umore e significative riduzioni dell’ansia osservabili dopo poche sedute, associate ovviamente alle comuni terapie mediche.
Osservazioni sperimentali evidenziano che la presenza di animali presso pazienti psichiatrici promuove l’interazione sociale oltre ad aumentare l’interesse per attività gratificanti con un miglioramento del tempo impiegato negli svaghi e un aumento della motivazione.
È stato, inoltre, sottolineato che la presenza di un animale famigliare comporta un abbassamento della pressione sanguigna, a differenza di ciò che accade nel momento in cui si parla o discute con altri esseri umani.
Nella sfera pediatrica, giovamenti sono stati riscontrati su bambini affetti da gravi disabilità legate a disturbi neuro-psicomotori, causate da lesioni riportate nelle aree deputate alla coordinazione, al movimento, alla percezione e all’integrazione, le quali vanno ad inficiare lo sviluppo cognitivo, emozionale e motorio.
In riferimento a quanto scritto poco sopra, l’azione della pet-therapy si fonda sulla ripetitività degli stimoli neurofisiologici corticali e sulle reazioni emotive e individuali.
A Firenze, l’Ospedale infantile Meyer è stato uno dei primi ad applicare questo tipo di trattamento con interventi attuati nei reparti a lunga degenza, quali l’Oncoematologia, la Neurochirurgia e le Malattie infettive, dando luogo ad azioni socio-riabilitative atte a incentivare e promuovere un recupero delle capacità cognitive, motorie e relazionali.
Un terzo ramo di applicazione della pet-therapy è quello della terza età che, insieme alla musicoterapia, va a sostituire le tradizionali terapie farmacologiche.
A favore delle demenze senili, numerose informative e ricerche hanno dimostrato che il regolare contatto con un animale può contribuire a diminuire l’ansia e accrescere la sensazione di calma e benessere, soprattutto, nelle ore serali.

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