giovedì, Marzo 28, 2024
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Tra sogni, musica e adolescenza. Intervista a Greta Lamay, giovane cantautrice dalla voglia di sfondare.


Dialogo oggi con Greta Lamay, cantautrice che, come tanti, insegue un sogno. Insieme discorriamo della difficoltà nell’emergere in questo campo , di adolescenza e preso in termini generali, del Festival di San Remo.

Quali difficoltà trova una giovane cantante nell’emergere, oggi?

Ad oggi è sempre più difficile emergere in quanto sono davvero tanti i ragazzi che inseguono la strada del canto e, purtroppo si sta prediligendo soltanto la musica commerciale rispetto a quella cantautorale. Nonostante tutto, credo che ciò che può fare la differenza in un artista sia avere molta passione, determinazione e costanza; se questi ingredienti continuano ad esserci, insieme ad un bel po’ di fortuna, il gioco è fatto.



L’ultima edizione del Festival di San Remo è giunta al termine. Come ogni anno ha lasciato dietro di sé polemiche. Amato e odiato, costituisce parte della tradizione italiana. Cosa ritieni maggiormente eccessivo in una kermesse come San Remo: contenuto o immagine?


Devo dire che negli ultimi anni il Festival di Sanremo ha fatto molto parlare di sé per i nuovi artisti proposti, che sono riusciti a fare scalpore o per via dei contenuti portati o per via della loro stravagante immagine, come nel caso di Achille Lauro ad esempio. Credo che il contenuto di una canzone sia fondamentale in quanto deve trasmettere un messaggio positivo ed educativo per il pubblico. Sono sempre molto propensa ai cambiamenti ed anche agli eccessi, anche se, giustamente in un festival come Sanremo, che da 70 anni si sta facendo portavoce della musica italiana, credo non sia necessario strafare.

Quanto conta quest’ultima per un cantante?

Beh l’immagine è fondamentale in un cantante come in un artista in generale. È vero che se sei un cantante allora devi avere una bella voce, una bella estensione, presenza scenica, interpretazione eccetera, ma questo non è tutto. Il cantante è quell’artista che deve sempre essere pronto ad interfacciarsi con il pubblico e perciò, la prima cosa davvero essenziale è l’immagine: il modo di vestirsi, truccarsi o pettinarsi dirà molto sulla sua personalità. Poi è anche vero che più un artista fa scalpore, più verrà ricordato e più se ne parlerà, ecco perché gran parte degli artisti ormai punta sulla stravaganza.

Scrittura e ispirazione. Dove la trovi?
Dicono che la notte sia il momento più giusto per chi ama scrivere ed in effetti è proprio così. La maggior parte delle mie canzoni nascono di notte e sono il frutto dei viaggi infiniti che la mia mente, prima di addormentarmi, comincia a fare. Metto in musica, cercando tra i tasti del mio pianoforte, i miei pensieri e le mie sensazioni che dipendono quasi sempre da eventi della vita quotidiana che mi fanno riflettere e pensieri miei personali, e così, automaticamente, nascono le mie canzoni.


Come viene vissuto il periodo adolescenziale da voi giovani? Quant’è difficoltoso prendere decisioni definitive in merito al vostro futuro?

Diciamo che non ho mai esitato sul mio futuro. Ho delineato il mio percorso sin dalla mia infanzia, infatti già all’età di 5 anni prendevo lezioni di danza, a 7 anni calcavo palcoscenici, a 9 affrontavo importanti concorsi nazionali e prendevo lezioni di pianoforte. Poi a 14 anni mi sono esibita al teatro Ariston di Sanremo per ‘una voce per Sanremo’ e nello stesso anno, in un concorso che vinsi, conobbi quello che ancora oggi è il mio insegnante di canto, Marcello Merlini, il quale dirige anche una compagnia teatrale di cui faccio parte da 4 anni. Infine da più di 3 anni sono diventata cantautrice, o meglio, ho sempre scritto, ma soltanto all’età di 16 anni ho avuto il coraggio di pubblicare il mio primo singolo, ora invece sto lavorando al mio primo album. Insomma ho sempre avuto ben chiaro cosa mi piacesse fare, e ciò ha sempre riguardato il mondo della musica, infatti ora frequento l’accademia di spettacolo Angelart Academy, ma allo stesso tempo sto pensando di iniziare anche l’università per completarmi.

Quando la musica è entrata nella tua vita, e quando hai capito che sarebbe diventata per te una vera professione?


La musica è nella mia vita da sempre, da quando cantavo a 5 anni le canzoncine dello zecchino d’oro o dei Pooh nella mia cameretta mentre mio papà suonava la chitarra. La musica c’è sempre stata nella mia vita e giustamente crescendo, ne ho preso più consapevolezza, tanto da cominciare a renderla la mia professione.


Quanto è importante il sostegno genitoriale nel perseguire i propri sogni?

Sicuramente è essenziale, e io sono stata davvero fortunata in questo. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta in tutto e per tutto. Hanno speso forze, energie ed hanno investito tutto sul mio futuro per inseguire insieme a me questa mia passione, e lo fanno tutt’ora, in particolare mio papà, che è diventato a tutti gli effetti il mio manager. Tra interviste, prove, lezioni, spettacoli e concerti passiamo più tempo in macchina che a casa, ma questo non ci dispiace perché il nostro è un rapporto davvero speciale e dunque tutti i sacrifici diventano più leggeri. Nonostante io abbia solo 19 anni, credo che il mio percorso sia già ricco di esperienze che mi stanno rendendo sempre più padrona della mia passione, sperando che diventi mano a mano la mia vera e propria professione. E sì, i miei genitori sono i miei primi fan da sempre.

A termine intervista auguro a Greta che il suo grande sogno possa realizzarsi.

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