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A Jesolo la Parakarate Cup porta sul tatami storie di sport, inclusione e resilienza.

A Jesolo, in occasione della Karate 1 Youth League e della Venice Cup, il Pala Turismo ha ospitato 3.336 atleti under 21 provenienti da 83 nazioni. In gara 45 categorie, per un totale di 135 medaglie. Tra le delegazioni più numerose: Italia (577), Ucraina (221), Germania (181), Croazia (151) e Inghilterra (118), oltre a diversi concorrenti “senza bandiera”. L’evento ha attratto oltre 10 mila persone per quasi una settimana.

Accanto ai giovani agonisti, una sessantina di atleti del parakarate sono stati protagonisti di percorsi sportivi e di vita che meritano di essere raccontati.
La Parakarate Cup, ospitata mercoledì 3 dicembre e affiancata alla XXXI edizione della Venice Cup, ha coinvolto atleti con disabilità visiva, motoria o sindrome di Down. Un appuntamento che conferma la crescita del movimento paralimpico all’interno di una manifestazione che continua a distinguersi per partecipazione e qualità tecnica.

Tra le protagoniste della giornata, Kateryna Samoshchenko, atleta della Polisportiva Terraglio, arrivata seconda nella categoria K30 su sedia a rotelle (donne Over 16), alle spalle della saudita Hind Alsayyali. Per Kateryna, ucraina rifugiatasi in Italia dopo la morte del padre al fronte, il risultato assume un valore profondo. Il 3 ottobre 2023 era tra i passeggeri del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre: tre sue amiche non sono sopravvissute, mentre lei, estratta viva dalle lamiere, ha subito l’amputazione della gamba destra. La fisioterapia, il sostegno della Polisportiva e il lavoro dei tecnici Veronica Yaki e Manuel Giuge (bronzo nella stessa categoria) l’hanno accompagnata alla paratica sportiva.
“Sono molto emozionata per questa medaglia, il karate per me é stato un stimolo per ricominciare una nuova vita”, ha detto Kateryna.

Dalla Puglia arriva un’altra storia significativa, quella dei fratelli Alessio Milillo e Francesco Domenico D’Amato. Alessio, 22 anni, affetto da una grave sindrome genetica e costretto in sedia a rotelle dopo un intervento alla colonna vertebrale durato 36 ore, ha conquistato l’oro nella categoria K31 dedicata alle compromissioni motorie. Francesco Domenico, 14 anni, convive con ritardi cognitivi, spettro autistico e ha affrontato di recente un’operazione per un tumore. Pur senza salire sul podio, ha mostrato progressi importanti. Un cammino quotidiano sostenuto con determinazione dai genitori, Pamela e Michele, e dalla guida del maestro Salvatore Cioce.

Tra gli atleti più attesi si è confermato anche Patrick Buwalda, lombardo di Barlassina (Monza e Brianza), categoria K22 (disabilità intellettiva). Reduce dall’argento ai Mondiali svoltisi al Cairo, ha ribadito a Jesolo il suo ottimo stato di forma.

La Parakarate Cup ha trovato spazio anche nelle parole di chi guida il movimento. «Il Parakarate rappresenta una delle espressioni più autentiche dei valori profondi del nostro sport. Ogni atleta che sale sul tatami dimostra che il karate sa essere disciplina, rispetto, determinazione, ma soprattutto inclusione», afferma Vladi Vardiero, presidente del Comitato Regionale Veneto FIJLKAM .
«Per noi» continua Vardiero «è fondamentale evidenziare che lo sport appartiene a tutti, senza eccezioni, e che la disabilità non limita la capacità di competere, emozionare e ispirare. La crescita del movimento paralimpico del karate è la prova di un percorso che sta dando frutti importanti. Avere ospitato questo evento a Jesolo è stato un privilegio e un segnale forte. La città ha saputo accogliere gli atleti con calore e professionalità, confermandosi un luogo ideale per grandi manifestazioni sportive. Portare qui la Parakarate Cup significa dare visibilità a un progetto che merita spazio, attenzione e continuità. È un impegno che intendiamo portare avanti con convinzione, perché l’inclusione non è uno slogan: è la nostra direzione».


L’organizzazione dell’intero evento è stata curata da Multisport Veneto, con il supporto della FIJLKAM e dell’ASI. Sotto la guida del Maestro Vardiero, Jesolo si conferma un punto di riferimento mondiale per il karate giovanile, capace di coniugare sport, comunità e attenzione all’ambiente. Anche quest’anno non sono mancati i progetti dedicati alla sostenibilità: erogatori d’acqua, sei isole ecologiche e quindici colonnine per il riciclo dei mozziconi, realizzate con Human Maple nell’ambito della campagna “RicciCAMI”. Un modello che racconta un modo diverso di intendere lo sport: più consapevole, più inclusivo, più vicino alle persone.

Mara Cozzoli

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