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Vittoria Palazzolo,  “Nel grembo del tempo”

| Mara Cozzoli |

Ed è in quel preciso istante in cui smettiamo di guardare al tempo come a una linea da attraversare, che possiamo percepirlo quale principio vitale, animico, capace di farsi organismo con una sua epidermide, un suo battito, una memoria intrinseca.

Nell’opera “Nel grembo del tempo” di Vittoria Palazzolo, questo nucleo vivifico prende forma in una figura che non ha volto, ma storia.
Una sagoma emerge da un buio profondo, non è un’oscurità che cancella, bensì prepara, custodendo ciò che dentro è rimasto inespresso.
La superficie del corpo è costruita attraverso una tecnica che possiede la forza di un gesto emotivo: colate verticali, sovrapposizioni di acrilico, una materia densa che cattura la luce e la trattiene in vibrazioni irregolari.
Il colore scivola, cade, si stratifica, come se fosse il fluire stesso a imprimersi sulla pelle,
quasi l’artista gli avesse concesso la libertà di stabilire il proprio limite, allo stesso modo in cui le esperienze si depositano nell’intimo non quando siamo pronti ad accoglierle, ma quando decidono di arrivare.

L’identità si inclina verso una sfera luminosa, sospesa accanto alle membra come un pianeta privato, o come un ricordo che ritorna, insistente e dolce.
Quel punto di luce non è un semplice oggetto, ma un frammento di tempo.
Forse un futuro ancora incandescente; o, chissà, un passato che non ha smesso di bussare.
Il blu che tutto avvolge costituisce uno stato d’animo: una sospensione che ricorda il trattenere il fiato appena prima di un cambiamento, un silenzio che permette ai colori di farsi più veri, più necessari.
Racconta l’attesa, la maturazione lenta, il lavoro segreto messo in atto dalla psiche mentre in superficie tutto sembra immobile.
È un tempo/grembo, dunque, fertile per ciò che deve ancora formarsi.
Una stanza tutta per sé, dove l’incompiuto può maturare, consapevolmente, al proprio ritmo.

Un dipinto che pone il fruitore innanzi a un dubbio essenziale: probabilmente è proprio il trascorrere a sostenerci mentre mutiamo, a offrirci lo spazio necessario per comprendere cosa lasciare andare e cosa continuare a proteggere. 

“Nel grembo del tempo”, parte del ciclo pittorico “Archetipi”
Acrilico su tela
100×120 cm

2025

Mara Cozzoli

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