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Clara Sàncez. La forza imprevedibile delle parole.

| Mara Cozzoli |

“Pensi davvero che ogni incontro sia casuale?
Pensi davvero che tutto sia nelle mani del destino?
Non credere a nessuno.
Non è oro tutto quello che luccica”

Clara Sàncez, scrittrice spagnola, classe 1955 nata a Guadalajara.
Con i suoi tre romanzi: “La meraviglia degli anni imperfetti, Il profumo delle foglie di limone, “Le cose che so di me”, vince tre prestigiosi premi letterari spagnoli: “ Aguara”, “Nadar”,”Premio Pianeta”.
Ogni suo libro è edito Garzanti.
La grande capacità di Clara è raccontare storie di donne alla scoperta di se stesse, riscuotendo sempre grande successo.
Domanda e fulcro portante de: “La forza Imprevedibile delle parole” è :” Cosa accade a una donna quando mette in discussione la propria vita? Non solo da un punto di vista generale, ma anche matrimoniale; ama realmente il suo uomo? Tra i due esiste una relazione a tutto campo, fatta di comunicazione e passione?”
Natalia, protagonista del romanzo rientra a casa dopo aver accompagnato in aeroporto le figlie, ad un certo punto, mentre attende il rientro del marito,  quasi inaspettatamente qualcosa le frulla in testa,  un pensiero che sicuramente covava dentro da anni, ma che mai è riuscita ad ammettere: insoddisfazione.
Lacrime le solcano il viso, sale le scale e, tra il crepitio delle fiamme nel camino, si addormenta, sogna labbra che si posano su di lei, un contatto caldo e travolgente che desidera fortemente ritrovare: l’unico strumento è Costantino, ma quando rincasa, la sera, si rende conto che quello con il consorte non è un bacio, ma una semplice pressione sulle labbra.
Non era così che si vedeva dopo i quarant’anni.
Per questo, quando le arriva l’invito a un aperitivo nell’elegante casa di un’amica decide di accettare. Quello che doveva essere una tranquilla serata di chiacchiere si tramuta in altro.
La nostra protagonista incontra l’affascinante Raúl Montenegro, diffidente avventuriero dallo sguardo penetrante, che la conquista con i suoi racconti e, accanto a lui, Natalia ritrova la voglia di vivere che credeva perduta. Rivive emozioni tipicamente adolescenziali.


A questo punto il romanzo diviene quasi incomprensibile, fitto,  cambio continuo di scenari e mille personaggi, le cui vite vanno ad intersecarsi a quella di Natalia; il caos è in corso e l’atmosfera che si respira oltrepassa la dimensione della realtà, fisica e sensibile allo stesso tempo.
Ciò che emerge, intorno ad ogni soggetto è una situazione che riporta ai versi di Vasco Rossi: “ Ognuno infondo perso per i cazzi suoi”.
La donna non rivede più Raùl, le lettere a lui indirizzate, vengono intercettate da un “rivale” dell’uomo, che, dopo averle dato appuntamento, firmandosi Raùll,  rivela che quest’ultimo è fuori città.
Nonostante tutto la donna continua questa frequentazione, in parte nella speranza di rivedere il “suo” Raùl, l’uomo che attraverso semplici parole l’ha fatta uscire dal buio in cui si trovava, in parte, perché l’intimità di un rapporto sessuale avuto con il falso amico di Raoul, l’ha fatta sentire nuovamente donna e desiderata, ma soprattutto senza nutrire alcun senso di colpa.
Il caso, vuole che il marito viene messo al corrente di questo “tradimento”, e decide così di rivolgersi a un agente di polizia, il quale dopo aver seguito e parlato con Natalia, trae le sue conclusioni: “È pazza, fragile, ha fatto tutto per attirare la sua attenzione”.
Costantino, non si pone domande: “È’ pazza, il matrimonio è salvo, lei mi ama”.
Sicuramente ci troviamo difronte a un thriller di natura psicologica, il cui genere può piacere o meno, ma di base, pone il lettore difronte a  riflessioni e discussioni:
Basta una fede al dito a coronare una relazione equilibrata?
Fino a dove, l’incomunicabilità, nell’ambito di un rapporto può portare una donna?
Cosa producono insicurezza e insoddisfazione personale? Quanto il partner è pronto a guardare in faccia la realtà e porsi domande, per giungere così a un vero equilibrio o a una separazione definitiva?
La mia personale opinione, corre verso la libertà, verso il “ tutto è concesso”, sempre, se questo conduce alla vita sognata.

Mara Cozzoli

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