mercoledì, Aprile 24, 2024
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CHE GOVERNO SARA’?

Perplessità, dubbi comuni a molte persone che si interrogano su chi abbiamo votato come nostri rappresentanti… litigi, consultazioni ma come è possibile non avere ancora un governo…!

A distanza di due mesi dalle elezioni politiche non abbiamo ancora un governo, grazie soprattutto ai veti e ai diktat di Di Maio. Anche presentare un programma alternativo a quello offerto per acchiappare voti durante le politiche non è stata una buona mossa.

Il Movimento 5 stelle si sta rivelando per quello che ho sempre sospettato sia: un contenitore politico creato dalle élite per veicolare il dissenso di massa e incanalare il malcontento in modo da continuare a tutelare i loro interessi.

Penso sia stata una grande delusione per gli elettori del movimento vedere Di Maio fare una giravolta a 360 gradi e appiattirsi sui desideri della Merkel, di Macron, dei mercati, della Nato, degli interessi atlantisti e di chi a Bruxelles chiede all’Italia un “garante” che continui la politica mercantistica, pro euro e atlantica  anche nel futuro governo. Naturalmente a discapito degli interessi e della volontà degli italiani.

Nei giorni scorsi son

o tornati ad occuparsi dell’Italia anche organizzazioni sovranazionali come l’Ocse e il Fondo monetario internazionale suggerendo le solite ricette economiche volutamente sbagliate.

Sono sempre le stesse fallimentari ricette: aumentare le tasse sul risparmio, sulla casa, sui consumi per alleggerire quelle sul lavoro. Le stesse imposteci dal governo Monti. I risultati sono evidenti e non sono certo positivi. E’ aumentata solo la povertà.

Infatti se a fronte di una riduzione delle tasse sul lavoro aumentassero l’Iva e ci fossero tasse aggiuntive sulla casa e sui risparmi, cosa faremmo? Per far quadrare il bilancio familiare compreremmo prodotti che costano poco e che vengono in buona parte prodotti all’estero, perciò i nostri soldi finirebbero comunque all’estero. Come le rimesse degli immigrati che guadagnano qui ma mandano i soldi risparmiati nei loro paesi.

Tutto questo contribuisce a decapitalizzare l’Italia andando incontro alla recessione indotta dal calo degli investimenti e della domanda interna. L’Italia s’impoverirebbe ancora di più. Diventerebbe un serbatoio di manodopera mal pagata (alimentata anche dalla massiccia immigrazione) a disposizione della grande industria straniera.

Un paese schiavo del debito pubblico e privato gestito da una classe politica alleata con gli interessi stranieri e che trae il massimo consenso promettendo assistenzialismo nelle aree meno produttive del paese.

Per tutto questo il Fondo monetaria auspicherebbe un governo Pd-Cinquestelle. Un governo che aumenterebbe la già elevatissima tassazione e ubbidirebbe ai voleri dell’Europa e dei mercati.

Fortunatamente per noi sembra che queste due forze politiche non riescano a trovare un accordo. Inoltre le elezioni regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia con un netto successo del centrodestra e una sonora sconfitta dei cinquestelle, hanno allontanato il desiderio di Di Maio di conquistare la poltrona di primo ministro.

E’ un chiaro segnale che è venuto dalle urne e che non deve essere sottovalutato.

Io, comunque, non mi sento tranquilla e temo che la difficoltà dei partiti di trovare un accordo spianerà la strada a Mattarella per imbastire un governo del Presidente. Ossia un governo amministrativo di breve durata con programmi e obiettivi limitati scelto dal capo dello stato. Sarà Mattarella, uomo del Pd, al di sopra delle parti come richiederebbe il suo ruolo?

Temo che le speranze e i desideri degli italiani andranno ancora una volta delusi.

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Beolchi Daniela
Beolchi Daniela
Dopo aver lavorato tanti anni al Corriere della Sera ora sono felicemente in pensione e posso dedicarmi a ciò che mi interessa e che amo: gli animali, la natura, l’arte e la storia. Sono convinta che se gli uomini traessero insegnamento da uno studio attento della storia eviterebbero di ricadere sempre negli stessi errori alimentati dalla sete di potere e di ambizione di pochi che rovinano la vita di molti.
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