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IL CULTO DELLA GRANDE MADRE

Una significativa sintesi sulla condizione della donna dal matriarcato verso il primo passo che la portò ad anni di sottomissione maschile.

Fin dall’antichità il genere umano ha avuto l’esigenza di cercare un “principio” che spiegasse il mistero della vita.

Creò una divinità onnipotente: la Dea Madre simbolo della terra, della fertilità, della donna, dei campi e del ciclo delle stagioni.

La Dea e’ spesso raffigurata con gli attributi sessuali enfatizzati a sottolineare il suo potere di dare la vita.

Il culto della Grande Madre nacque in società in cui gli uomini si dedicavano alla caccia e le donne raccoglievano frutti, radici, piante commestibili per sfamare la comunità.

Acquisirono con l’esperienza anche la conoscenza dei poteri curativi o velenosi della piante facendola diventare patrimonio del gruppo.beolchi-culto-della-grande-madre-foto-piccola

La Grande Madre si riproduceva per partenogenesi, ossia da sola. Solo nel neolitico si scoprì l’apporto maschile nella creazione della vita e comparve il Dio della Vegetazione: il Paredio.

Questo Dio nasceva e moriva annualmente cedendo il posto l’anno successivo ad un Dio piu’ giovane e vigoroso.

La Grande Madre era signora del cielo, della terra, degli animali, del tempo. Presiedeva al ciclo della nascita, vita, morte e rinascita.

Nel neolitico pare che in occidente ci fosse un’organizzazione sociale matriarcale nella quale le donne svolgevano il potere familiare, politico e religioso.

A causa di massicce invasioni di popoli indoeuropei dall’est, le società agricole matriarcali, furono soppiantate da una cultura maschile basata sulla guerra , la caccia e un’economia predatoria.

La Grande Madre fu sostituita da un Dio maschile rimanendo come sua consorte. Spesso assunse i caratteri negativi delle furie, delle arpie, delle meduse.beolchi-culto-della-grande-madre-foto-picccola

Il massiccio movimento immigratorio sconvolse insediamenti millenari cancellando civiltà antichissime.

Come non fare un raffronto con quello che sta succedendo attualmente in Europa che subisce una nuova massiccia invasione? Appare evidente che se non si correrà ai ripari anche la nostra società sarà destinata a scomparire sotto questi flussi umani portatori di culture da noi così lontane.

L’incremento della popolazione per via dell’immigrazione portò ad una domanda più consistente di generi alimentari e alla necessità di coltivare campi lontani dai villaggi difficilmente raggiungibili dalle donne impegnate nella gestione della famiglia o del gruppo. Fu così che le donne furono costrette a cedere all’uomo le attività produttive. Questo fu il primo passo verso la loro millenaria sottomissione.

Beolchi Daniela

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