Skip to main content
Milano più sociale. Periodico di informazione online

Bullismo, uno studente su quattro è vittima: chi è “diverso” è più esposto.

| Mara Cozzoli |

Il nuovo report di Fondazione Foresta fotografa corpo, emozioni e personalità degli adolescenti italiani. Tra fragilità, solitudine e comportamenti a rischio, emerge un quadro complesso che interpella scuola, famiglie e comunità educanti.

Il bullismo non è solo un fenomeno scolastico: è lo specchio di un disagio giovanile profondo, che attraversa corpo, caratteristiche individuali, sentimenti e relazioni. Lo racconta il Report 2025 di Fondazione Foresta ETS, un’indagine che ha coinvolto 5.849 ( 64% ragazze e 36% ragazzi), alunni delle scuole superiori tra Padova, Vicenza e Verona, con un età media di 18 anni.
Il quadro che emerge è chiaro: più di un terzo delle ragazze (36,4%) e un quarto dei ragazzi (25,2%) dichiarano di essere state vittime di bullismo o cyberbullismo.  
Le differenze di genere sono nette: le studentesse  risultano più spesso vittime (36,4% ), mentre i coetanei maschi più frequentemente autori (17,8%).
Il 7,9% delle giovani pratica, di contro, bullismo.

La fragilità passa anche attraverso il corpo.
Tra i ragazzi  colpiti si osserva una maggiore prevalenza di sovrappeso/obesità rispetto ai coetanei non vittimizzati (26% vs 15%); tra le ragazze la differenza è più contenuta (13% vs 7%). 
L’aspetto fisico resta, dunque, un fattore che può trasformarsi in bersaglio.

Ma non è solo una questione di apparenze.
A contare sono anche diversità nell’orientamento sessuale e nell’espressione di genere: tra le ragazze vittime, la quota di chi si dichiara “completamente eterosessuale” è più bassa rispetto alle non colpite (57% vs 69%), mentre aumentano le percentuali di chi si definisce “perlopiù eterosessuale” (23% vs 19%), “bisessuale” (8% vs 5%) e “fluido” (8% vs 5%).
Un trend simile si osserva tra i ragazzi: tra i soggetti vittime scende la quota di chi si dichiara “completamente eterosessuale” (82% vs 90%) e crescono le minoranze, ad esempio “omosessuale” (3% vs 1%) e “fluido” (2% vs 1%).

“Il bullismo colpisce soprattutto chi è percepito come diverso — per aspetto fisico, caratteristiche personali o modo di vivere l’affettività — trasformando la vulnerabilità in un bersaglio”, spiega il professor Carlo Foresta.

Dietro le statistiche ci sono volti e storie. Quasi una giovane su due dichiara di sentirsi spesso sola; tra i coetanei maschi, uno su tre. Tra le vittime questi numeri crescono ulteriormente, confermando un legame stretto tra bullismo e isolamento sociale. Sul fronte psicologico, i dati parlano chiaro: una ragazza vittima su cinque (21,1%) ha praticato autolesionismo, contro il 9,4% dei maschi. E oltre il 60% delle giovani vittime ha già chiesto aiuto psicologico o sente di averne bisogno, contro il 32,6% dei coetanei maschi.

Il profilo degli autori, soprattutto maschi, mostra invece una maggiore propensione a condotte a rischio: si fuma di più, si consumano più alcol e sostanze, aumenta l’esposizione a pornografia online e sexting. Solo un terzo dei “bulli” dichiara di non aver mai usato sostanze, mentre tra i non autori la quota di non fumatori è di oltre dieci punti percentuali più alta.

“In alcuni adolescenti il confine tra subire e agire è sottile: il dolore non elaborato può trasformarsi in rabbia”, sottolinea Foresta. “Non esistono solo bulli e vittime: esistono giovani in difficoltà che usano la rete, il corpo o la violenza per esprimere ciò che non riescono a dire”.

La ricerca lancia un messaggio preciso a scuole e famiglie: servono strumenti educativi, non solo sanzioni. Programmi di prevenzione basati su empatia, rispetto e gestione dei conflitti, integrati con educazione digitale e supporto psicologico.

“Serve un’alleanza educativa stabile tra scuola, famiglia e territorio: riconoscere presto i segnali, offrire ascolto, costruire reti di protezione e responsabilità”, conclude Foresta.

Mara Cozzoli

Leggi tutti gli articoli