Skip to main content
Milano più sociale. Periodico di informazione online

“Una voce per la Palestina: la mozione del M5S a Seregno per il riconoscimento dello Stato palestinese”.

Nel cuore della Brianza, a Seregno, una proposta locale si fa eco di un dramma globale. In un momento storico in cui la guerra nella Striscia di Gaza continua a mietere vittime e distruzione, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per chiedere ufficialmente al Comune di riconoscere la Palestina come Stato libero e sovrano.
Dialogo, oggi, con Luca Colombo, referente territoriale del Movimento, che con passione e lucidità ha spiegato le motivazioni umane e politiche di questa iniziativa.
Le sue parole risuonano come un grido di giustizia e umanità, al di là degli schieramenti ideologici.

Come nasce l’idea di proporre, come Movimento 5 Stelle, una mozione al Consiglio Comunale di Seregno in cui si chiede il riconoscimento della Palestina come Stato libero?

L’idea nasce da due considerazioni: da un lato, l’impegno umano e politico a livello nazionale assunto dal Presidente Giuseppe Conte, sia in Parlamento sia tramite gli organi di stampa; dall’altro, l’impossibilità morale di restare indifferenti di fronte a una tragedia umana che dura da oltre 70 anni. Si tratta di un conflitto insanabile tra Israele e i territori occupati, abitati da un popolo — quello palestinese — autoctono, stanziale, che ha vissuto per secoli su quella terra e che si è visto progressivamente espropriato da insediamenti israeliani ben oltre quanto stabilito dalle risoluzioni dell’ONU.
Non si può restare insensibili dopo quanto accaduto il 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas che ha colpito il popolo israeliano, causando 1.200 morti e la presa di ostaggi. Ma, allo stesso modo, non si può giustificare la morte di oltre 60.000 civili palestinesi come rappresaglia. E non sappiamo nemmeno quanti siano i dispersi. Si sta annientando un’intera generazione.

Ha toccato un punto cruciale: c’è chi, ancora, evita l’utilizzo del termine genocidio.

Esatto ! È genocidio. Ricordo una recentissima intervista del giornalista Enrico Mentana, in cui sostiene che non si può parlare di genocidio in quanto viene meno il concetto di pianificazione come accaduto per gli Ebrei. 
Quando a fronte di oltre 1200 vittime israeliane, se ne hanno oltre 60 mila palestinesi mi sembra più che giusto interrogarsi sul senso di quanto sta accadendo, chiedendosi se non sia realmente un genocidio quello che si sta consumando sotto i nostri occhi.
Fra l’altro, non è dato sapere cosa abbia effettivamente in mente il Governo Israeliano, ma sappiamo, attraverso una costante osservazione della realtà, che si stanno trovando delle continue giustificazioni a che si  colpiscano  civili, strutture ospedaliere, centri di ricovero, luoghi in cui si sostiene che si nascondano dei terroristi ma che a conti fatti diventano per chi vi cerca riparo dei cimiteri a cielo aperto, luoghi di terrore e di morte.

Un’azione militare che, per come viene condotta, appare eticamente inaccettabile.

Certo. Questa sistematicità nel colpire obiettivi civili sembra avere un obiettivo ben preciso: svuotare Gaza dei suoi abitanti, trasferendoli una vota ridotti allo stremo, in città  appositamente realizzante nel deserto sotto controllo israeliano. Una sorta di campi di concentramento a cielo aperto. Lo stesso Presidente Americano Donald Trump ha visto in Gaza una nuova Dubai in cui investire, realizzare strutture che possano attrarre turisti dimentichi che quella terra è intrisa di sangue innocente.

Torniamo all’iniziativa locale.

L’iniziativa riprende quella nazionale del Movimento 5 Stelle, ma nasce anche da sensibilità personali e dal confronto con altri attivisti territoriali, fra cui il referente giovani di Monza & Brianza Mattia Burro e il Consigliere Comunale di Varedo Giancarlo Porelli.
In questa mozione ho voluto ricordare quanto è accaduto il 7 ottobre, ma anche quanto sta quotidianamente accadendo a Gaza e nei territori occupati, dove viene  impedito l’ingresso degli aiuti umanitari, l’attivazione dei presidi sanitari di supporto alla popolazione civile. 
La mozione chiede al Governo di intervenire urgentemente per garantire l’invio di acqua, cibo e assistenza sanitaria. Abbiamo ascoltato Stefania Ascari, nostra deputata impegnata da anni su questi temi, che ci ha raccontato la sua visita a Rafah: bombe ogni due minuti, container pieni di aiuti bloccati, perfino merendine al cioccolato per bambini ritenute “beni privilegianti”.

Merendine al cioccolato come beni di lusso: pura follia.

Sì, follia allo stato puro.
Oltre 475.000 persone rischiano di morire di fame e di stenti entro settembre. Le condizioni igenico sanitarie sono devastanti.
Le donne non hanno la possibilità di usufruire di assorbenti e vivono la propria condizione femminile in modo umiliante. 
Vi sono bambini malati di cancro che necessitano di terapie, anziani abbandonati a se stessi, carenza di farmaci. L’ospedale turco non esiste più.
I bambini vengono anche trattati chirurgicamente senza l’uso di anestetici.
Immaginate cosa significhi amputare un arto ad un bambino cosciente. I giornalisti poi vengono sistematicamente uccisi. Mai vi sono stati così tanti morti tra i cronisti in una guerra.
Non possiamo più restare a guardare. Non è umano,  non è cristiano: tutto questo è inaccettabile.
Quella terra è poi luogo sacro per le tre grandi religioni monoteistiche, tutte quante figlie di Abramo. Se permettiamo che la vita venga calpestata in questo modo, quale messaggio stiamo trasmettendo alle generazioni presenti e future ?

E poi ci sono i bambini, che porteranno per sempre questi traumi, i quali rischiano di diventare i futuri terroristi.

Infatti. Come diceva Sandro Pertini: “Se riempi lo sguardo di un bambino di orrore, quel bambino diventerà terrorista.” Serve un cambio di paradigma ! Dobbiamo uscire da questa spirale di odio e di malvagità e aiutare questi bambini a rielaborare il proprio dolore in una speranza, in una vita differente e migliore in cui Israeliani e Palestinesi convivano pacificamente e pacificati nella propria anima per sempre. Chissà se arriveremo mai a tutto questo !

Come funziona ora l’iter della mozione?

Una volta protocollata, l’amministrazione può decidere se discuterla in Consiglio Comunale, modificarla e condividerla con la minoranza, oppure respingerla. Conoscendo la sensibilità del sindaco Alberto Rossi, che ha vissuto in Israele e ha cercato di accedere a Gaza, credo che ci sarà un’apertura. La mozione non è un atto politico, ma umano. Non si schiera, chiede solo rispetto dei diritti umani e accesso agli aiuti.

E se venisse approvata, cosa comporterebbe per il Comune?

Sarebbe un atto formale, sostanziale e di grande valore simbolico. Un invito al Governo italiano affinché prenda posizione, assieme a tutti i comuni che approveranno mozioni simili, per il riconoscimento dello Stato palestinese e un intervento umanitario urgente.

Una presa di posizione netta, che va oltre le ideologie.

Vero. Questa dev’essere una decisione condivisa, oltre la politica. Parliamo di bambini che non cresceranno più con i propri genitori, coi propri fratelli, con i propri amici. Di madri e padri che non rivedranno mai più i propri figli, che non li vedranno crescere, diventare adulti.
E noi di una intera generazione di uomini e donne che forse avrebbero potuto col proprio contributo umano e spirituale rendere diverso questo mondo perché un mondo così, davvero, non lo vogliamo.

Citando Vittorio Arrigoni: Restiamo Umani

Mara Cozzoli

Leggi tutti gli articoli