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Il vuoto.

| Mara Cozzoli |

C’è un vuoto che, inevitabilmente, avvolge il tempo e lo spazio, un nulla che tocca l’interiorità dell’individuo, conducendolo alla solitudine, all’incapacità nel relazionarsi che si traduce in mancanza di empatia e, conseguentemente, volontario disinteresse nel sentire e vivere l’altro.
Un vuoto, per altro, espressione e causa delle troppe manifestazioni di violenza a cui quasi quotidianamente assistiamo.
É questo il tema proposto da “ Famiglia Artistica Seregnese2018 nel corso di Il vuoto”, collettiva svoltasi a Seregno presso “Galleria Civica Ezio Mariani inaugurata lo scorso quindici dicembre e conclusasi il sette gennaio.
Ventisei artisti suddivisi in tre distinte forme di arti figurative quali pittura, scultura e fotografia affiancati dalla parola nello specifico, dalla poesia, hanno mostrato il loro vuoto e spiegato come arte e cultura siano chiamate a colmare quel buco nero nel quale la società odierna è scivolata.




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Come spiega Maria Altomare Saldella, poetessa e drammaturga:  “ Questa mostra riguarda il vuoto un tema, purtroppo, essenziale nella nostra società “.

Secondo lei, in cosa consiste il vuoto?

Il vuoto è qualcosa che non c’è, come faceva notare, per esempio, il pittore Colacitti. Come lo rappresentiamo? É un ossimoro, un’ antitesi, ma nel momento in cui dipingiamo o scriviamo il vuoto scompare.
Allora, possiamo dire che il vuoto è ciò che il singolo percepisce come tale, può essere l’assenza di una persona, la mancanza di contatto con l’essere umano o la violenza verso colui che è più debole.
Spesso, frequentiamo luoghi super affollati e l’altro è di fianco a noi, eppure siamo soli.
Nel mio ultimo testo teatrale “ Stazione Centrale “, parlo di prostituzione.
In questo caso il vuoto è la mancanza di sensibilità di un essere umano verso l’altro.

Il senso di solitudine emerge forte..

Io sono drammaturga, non pittrice.
Però, vi sono dei quadri in cui vi è molto spazio ma non c’è l’essere umano. Io mi pongo sempre il problema se l’arte possa riempire il vuoto.
Il vuoto esistenziale, l’indifferenza, la mancanza di empatia possono essere riempiti dall’arte?
L’arte per me non ha solo il compito di attirare l’attenzione sul problema, ma può dare anche dare soluzioni che, generalmente, si pensa sia la politica a dover trovare.
La società attraverso la pratica artistica può cancellare la solitudine dell’individuo.





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Un vuoto al quale ruotano intorno tanti risvolti psicologici. L’arte parla, racconta quella che è la nostra psiche.

Sì, abbiamo bisogno dell’arte perché nella società iper tecnologica in cui viviamo pensiamo sia essa a dover risolvere tutti i nostri problemi, invece ciò che ci rende umani è qualcosa che la tecnologia non potrà mai darci.
Se trascuriamo questo aspetto non abbiamo riempito il vuoto.
Siamo creatori di un vuoto mentale, del buco nero nell’esistenza umana, non solo come singolo ma anche nella collettività.
Noi siamo esseri sociali e quanto falliamo in questo, abbiamo fallito il nostro obiettivo che è quello della comunicazione.

Ha appena toccato un punto davvero importante: la tecnologia che ci porta a comunicare, ma è un comunicare apparente perché, infondo, siamo stati catapultati nel regno dell’incomunicabilità. Penso ai famosi amanti di Magritte.

É vero, è il regno dell’incomunicabilità.
C’è però qualcosa di peggio: oggi come oggi, guardiamo solo a noi stessi.
In tanti scrivono, ma chi legge? Chi è interessato a capire il pensiero dell’altro? A perdere tempo per entrare in un altro sistema?
Ognuno è interessato solo a s stesso… eccolo, il vuoto.
Con i social, stiamo cadendo in una voragine, preoccupati del numero di like che riceviamo, quindi siamo ancora più soli, siamo fantasmi. Mi sento gratificato se ho cento like e poi..




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E una volta che ricevi cento like cosa ti porta la vita? È questo il punto.

Dove sono queste persona che ti hanno dato il like, ci sono? Esistono? Stiamo, realmente, diventando dei fantasmi.
L’arte può superare tutto questo? Lo si spera.

Mi ha ricordato Zygmunt Bauman e il suo concetto di società liquida, noi che ci omologhiamo.

Esatto. L’arte deve impedire l’omologazione, stimolare alla ricerca, al contatto, deve portare ad uscire dall’indifferenza.
Siamo una società che si contraddice in continuazione, c’è questa esigenza di contattare l’altro e allo stesso tempo ci isoliamo nel mondo virtuale che da opportunità diventa il buco nero dell’umanità.

Infatti, in tal modo, poniamo una sorta di schermo con l’altro.

Intanto pensiamo che gli altri siano ciò che appaiono.
Dobbiamo stare attenti.
L’essere umano è pensiero, parola, comunicazione certo, la tecnologia ci serve altrimenti vivremmo ancora nelle caverne, però abbiamo bisogno anche di pensiero e sentimento, elementi che non devono essere rivolti solo a noi  stessi, ma anche verso coloro che ci stanno intorno.
Spostarci, dunque, verso una società inclusiva.




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In conclusione, prende voce Pierluigi Cocchi artista e Presidente  “Famiglia Artistica Seregnese2018 “:

La collettiva “Il vuoto“ è stata curata da “Famiglia Artistica Seregnese2018.
La nostra Associazione esiste  dal 1958 ed è stata diretta da diverse persone tra cui Malerba, un poeta e poi da Silva Gallerista che è, per altro, una galleria storica di Seregno.
Per più di trent’anni è stata diretta anche dal professor Pasqualino Colacitti insegnante di arte.
Nel 2018 Colacitti ha passato l’associazione a noi che l’abbiamo rifondata e, adesso, la stiamo portando avanti con iniziative che riguardano le arti figurative, la poesia e il teatro.
Generalmente, non diamo titoli alle collettive, questa volta abbiamo scelto “Il vuoto“, intendendolo in senso generico: può essere un vuoto esistenziale, un vuoto di memoria, un vuoto sociale.
Ogni artista ha espresso il proprio pensiero e la propria tecnica.



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Il Vuoto, collettiva a cura di “ Famiglia Artistica Seregnese2018 “.

Artisti Partecipanti.

Sezione Pittura
Luigi Belicchi
Mariateresa Borghi
Miri Brigo
Onelio Bruni
Vittorio Brunello
Giovanna Camera
Beatrice Cazzaniga
Pierluigi Cocchi
Averil Cooper

Sezione Scultura
Averil Cooper
Marcello Dell’oro
Maurizio Esini
Annamaria Fino
Paolo Grossetto
Gabriella Longoni
Augusto Mandelli
Gennaro Miele
Camilla Molteni

Sezione Fotografia

Gino Montecampi
Carlo Orsi
Giuseppe Paleari
Paolo Panico
Tiziano Pulze
Lino Solarioli
Sandra Trabattoni
Grazia Vismara

Sezione Poesia
Myrna Bongini
Monica Orsi
Maria Altomare Sardella




Mara Cozzoli

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