sabato, Luglio 27, 2024
HomeL’arte per narrarsi“Uno, nessuno, centomila”. Venceslao Mascia

“Uno, nessuno, centomila”. Venceslao Mascia

Ulisse approda, finalmente, nella propria Itaca: ivi, viene deposto, da istanti immemori, tra le rocciose palme e i flutti, che amano quella terra.

Allo stesso modo, Venceslao Mascia “declama il primo vagito” , nella sua cara Sardegna… afferma, indi, la propria presenza, con quel grido impetuoso e spontaneo, reclamando attenzioni e nutrimento. Invero, le palme dello zio Nuccio Bua, artista,

intuiscono, sin da subito, che il fanciullino alligna il proprio spirito in un suolo alternativo, diacronico, e temporalmente e spazialmente; provvede, così, a pascerlo di poesia e arte. Crescendo, i lacrimosi e necessari  pianti esprimono, unicamente, quesiti inusuali e, mentre il suo sandalo conosce una terra pressoché incontaminata, a tergere quelle lacrime sono riflessioni profonde, che saziano quella fame atavica.

Tra rocciose identità, sabbiose trame, verdi luchi, cilestrini e infiniti nastri di cielo, marossi e quieti umori delle acque, l’edenica Itaca battezza quell’ erratico pugno, odoroso di ulissismo, come “neo nato” Adamo. Per sopravvivere, egli ricerca il proprio “pane quotidiano” ; s’innamora, dapprima, dell’ossidiana, nera e complessa venere. Venceslao Mascia la corteggia, con ferma delicatezza: la conosce come donna generosa, ma esigente, pronta, alla prima incertezza, a frangere ogni frutto di quel sottile rapporto. Poi, l’artista sugge altri frugali nettari: rame, creta, marmo, corallo… invero, cerca, incessantemente, nella viva materia, di trovare la propria Penelope/Eva.

La ricerca dell’autore è una salvifica sofferenza: il suo ciglio goccia acquei versi, che dilavano la concretezza e, nel contempo, ne riempiono le forme, che appaiono, all’uomo, come sensuali e seducenti morbidezze plastiche.

“Uno, nessuno, centomila” è una muliebre dea, le cui steli sono lunghe e longilinee; la loro oscura perfezione mette in risalto un fertile e terragno busto, in pregiato travertino, ove pieni e fermi seni esplodono, lumeggiati da un inusuale e solare ocra, fascinando e avvincendo, in una malía, l’animo dell’individuo.

Una goccia, “rubata”, da Venceslao Mascia, al pozzo sacro nuragico di Olbia, fregia, come un monile, le carni, e “instaura” l’impalpabile distanza, che la rende privilegio per pochi.

L’ovale è, in realtà, uno specchio: qui, Adamo diviene un connubio simbiotico, con questa femmina e mater steatopigia, e, medesimamente, quel vero assolo si frange e flette, poi, in molteplici sfumature, di un pentagramma esistenziale apolide.

 Tra i suoi righi, prende corpo l’annichilimento totale come l’eteroglossia della personalità.

“Dio è morto” è una delle inflessioni di questo inedito temperamento. Venceslao Mascia “ruba” l’affermazione del filosofo Nietzsche e la “indossa” , metaforicamente, per 3 giorni… dopodiché, resuscita.

L’artista sardo celebra, nelle proprie opere, la sacralità della vita: come in un rosario, sgrana ogni perla, che è re-ligo e ode al Creatore, al creato e alle creature.

“Dio è morto” è anche il titolo della mostra personale di Venceslao Mascia, inaugurata il 29 luglio 2022, presso lo spazio adiacente alla Chiesa dedicata a S. Pantaleo, in Piazza della Chiesa n’10, a S. Pantaleo (OT)
La parte curatoriale della mostra è stata seguita dalla poetessa e curatrice comasca Maria Marchese. Media partners dell’evento sono: Oubliette Magazine, Ottiche Parallele Magazine e ilrapinososcrivere.blogspot.com. L’evento è, inoltre, sostenuto e affiancato dal progetto Cult&Culture, dalla residenza di lusso estiva Marchese Houses e dall’associazione culturale Art’s Wings Forum, dell’artista, critica d’arte e autrice marocchina Khira Jalil.

Maria Marchese
Maria Marchese
Maria Marchese, scrittrice, poetessa e curatrice d’arte, nasce a Como nel 74. Dopo la maturità scientifica, si iscrive all’istituto internazionale di Moda&Design “Marangoni”, a Milano. Per oltre 20 anni svolge attività nel settore socio assistenziale. Collabora con il blog culturale dell’università Insubria, con lo storico dell’arte Valeriano Venneri, con Exit Urban Magazine e Art&Investments, con il Blog L’ArteCheMiPiace , con l’associazione culturale Nuovo Rinascimento, con la Galleria “Il Rivellino”, di Ferrara, con l’associazione Divulgarti, di Genova, con la Art Global, di Roma, con AArtChannel di Ferrara.
RELATED ARTICLES

Most Popular

Recent Comments