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“MON” ANDREA GRIECO.

| Maria Marchese |

“Non lo nutrono con grano, sempre solo della possibilità che fosse.

E questa diede tanta forza all’animale che quello da sé trasse un corno. Un corno.

Bianco davanti a una vergine passò, e fu nell’argento dello specchio, fu in lei. “

R. M. Rilke

Possibilità, forza, immagine inconscia riflessa in uno specchio intimo, virgineo pensiero femmineo, penetrazione… gli elementi che Rilke sintetizza e poeta, tra le trame di questi versi, sembrano coesistere in MON, uno degli ultimi artwork, di Andrea Grieco.
L’autore “reclama” la presenza di una necessaria soglia altra: un pensiero ventoso e irrequieto muove, indi, l’aria circostante, compromettendo la quiete “dei velati occhi”…
Essi allora si affacciano su un suolo mutevole, ove l’irrequietezza intellettiva e animica ha sollevato polverose macchie temporali, che celebrano questa presenza teromorfica, concepita, dall’artista, nella terra laddove l’accettabile e l’impensabile coesistono.
Andrea Grieco ha un’intuizione che ferve… ne segue il richiamo, affrontando, da subito, la propria ricerca, tra pagine e immagini; centellina poi gli istanti del proprio “delirio” , scorporando, dal letto precedente, i fondamenti essenziali per la propria sinossi estetica.

Mon (artwork 33×33)

L’indole brada scandisce, in “MON” , l’atemporalità del fermo immagine a cut up, dell’artista partenopeo, mentre, seducente, una donna richiama, “distrattamente, l’attenzione” , tra respiri erotici intensi, seppure soffusi e personali. Un’appendice sul capo predispone la conoscenza dell’osservatore nella sfera della leggenda, tra echi di gesta umane e divine.
Manto animale e latex, attualità e narrazione epica, castità e eros, verità e fantasia, ricordo oppure oblio, movimento o statutaria fermezza… le lame di Andrea Grieco cesellano il significato dello “yin” e dello “yang” nel medesimo nucleo, per addivenire all’integrità soggettiva, quindi mutevole e sospesa.
“La prosa è una caccia all’uomo, la poesia una caccia all’unicorno”   Alain Bosquet
La libagione importante, negli elaborati di Andrea Grieco, è questa poesia intrinseca e complessa, che è spinta motrice assoluta; essa allontana l’uomo dai contorni fisici e, solo apparentemente, da se stesso, per ritrovare un sé inedito attraverso l’alternativa inconsueta.

L’opera sarà presente nel contesto della personale “LIMBICA” , la cui inaugurazione si terrà il 28 Maggio, presso la BM Gallery, di Olivia Bracci, nella città di Orvieto.

Scent Of Art, Spazio di divulgazione artistica a cura di Maria Marchese

Maria Marchese

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