“MIRROR”, di Natalia Jacquounain, ha radici lontane…
Sedotta, sin dagli anni 70, dalle capacità compositive di W. Hogarth, “salace labbro” artistico settecentesco, l’autrice russa decide di lavorare sull’aspetto “prosaico” nelle opere: da questa esperienza nasce, nel 1976, la serie “VIOLONCELLO NERO”.
La produzione evolve e si ramifica sinché, nel 2015, approda alla vasta raccolta “ANTIPODI”, da cui proviene un insieme di elaborati, il cui nome è “NARCISE” e, in seno a quest’ultimo, prende forma, per l’appunto, “MIRROR” .

L’ossimoro diventa fonte di equilibri: la fisicità appare, rivisitata e caratterizzata, in maniera inusuale, dalla pittrice, mentre il pensiero permea segno, colore e “impaginazione”.
Natalia Jacquounain ama infatti l’arte come verità, che coinvolge e poi valica la pura estetica: l’artista la sublima nella sfera riflessiva, in cui è fondamentale la conoscenza di sé e dell’alter… del diverso da sé, quindi.
Lo sguardo che ella rivolge all’individuo, allo stesso modo di Emanuel Levinas, si manifesta, dapprima, come “visitazione e vita”, per concretarsi, poi, in vere e proprie “epifanie del volto”, realizzate a pennello.

La diversità si allontana quindi dall’acredine, generata da pregiudizio e giudizio, e viene allora amata nell’universo delle pregnanze etiche.
Natalia Jacquounain indova, nella sfera ialina, lo spazio, in cui un essere umano, franti i limiti e i contorni della figura, rifugge la via della “vanitas” e accoglie il confronto, personale e universale, con il ciglio, permeato da “virtus e prudentia”.
L’utero, in cui vive e cresce, è intimo: una posa lasciva lo ritrae, mentre proietta e libera la frammentazione del proprio io verso un cilestrino lembo di assurdo.
L’artista disgrega i dettagli di questo pensiero in maniera peculiare: ritagli esistenziali vengono da lei elaborati e sposati, gli uni agli altri, secondo una logica “geometrica” del sogno.
“Bugiardo è lo specchio che non riflette l’anima di chi si guarda”
Vittoriano Borrelli
Nella sfera appare quindi un’indecifrabile linguaggio figurato, e dell’anima e della mente, la cui “soluzione” viene ascritta laddove un salvifico e amabile delirio è verità.
L’artista sostiene la levità dell’eloquio, ammantandolo con tenuità tonali, che appartengono alla certezza del divenire, dell’intelligenza, della cautela…
“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima”.
G. B. Shaw
“MIRROR” dona, in questo senso, spunti validi per intraprendere un viaggio importante e necessario addentro la personalità mutevole e misteriosa di un’artista eclettica e, nel contempo, negli interstizi del nostro essere.
“INTERVISTA A NATALIA JACQUOUNAIN”
a cura di Maria Marchese
“ALTERITÀ D’AUTORE” mostra on line de “IL RIVELLINO”, club amici dell’arte APS, a cura di Maria Marchese
“QUAI DE LA SEINE”
https://ilrapinososcrivere.blogspot.com/2021/05/quai-de-la-seine-natalia-jacquounain.html?m=1
Scent Of Art, spazio di divulgazione artistica a cura di Maria Marchese.