sabato, Luglio 27, 2024
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“27 Gennaio: Manteniamo viva la memoria”

Di fronte all’orrore dell’Olocausto, preservare la memoria è un dovere civico e morale di ogni uomo.

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

  “Se questo è un uomo” – Primo Levi


Primo Levi è uno dei sopravvissuto all’inferno di Auschwitz, campo nel quale furono deportati e trovarono la morte circa sei milioni di ebrei; ed è proprio con questo testo che apre il suo libro-memoriale “Se questo è un uomo”, pubblicato nel 1947, nel quale vengono descritti il suo internamento e la sua prigionia nel lager.

 

Abbiamo aperto il nostro articolo con questa opera, perché anche quest’anno, come tutti gli anni a partire dal 2000, il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, istituita per ricordare la Shoah ed in particolare quando, il 27 gennaio 1945, i cancelli di Auschwitz in Polonia furono abbattuti dalla 60° Armata Russa per liberare i prigionieri del lager sopravvissuti alla furia dei nazisti.

Nemmeno alla vigilia di questa importantissima data, la follia tedesca desistette dal compiere l’ultimo atroce gesto. Proprio perché stretti dalla morsa sovietica, già a metà di gennaio, le SS cominciarono le operazioni di sgombero del campo: i prigionieri vennero fatti marciare in condizioni disumane e a ritmi estenuanti. Molti dei prigionieri partiti da Auschwitz morirono durante il tragitto o uccisi dalle SS perché non in grado di reggere i ritmi mostruosi della marcia. Altri prigionieri, invece, furono lasciati nel lager, in quanto già malati ed esausti.

Le SS fecero di tutto per cancellare qualsiasi prova degli orrori che furono perpetrati, ma non avevano fatto i conti con la forza che può avere la memoria. Una memoria fatta dalle testimonianze dei sopravvissuti e che noi abbiamo il dovere di preservare e mantenere viva, in onore delle innumerevoli vittime, ma anche per proseguire il lavoro che gli ultimi testimoni di questo oscuro pezzo di Storia hanno voluto tramandare alle nuove generazioni, come monito per far si che tutto ciò non si ripeta mai più.     

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