martedì, Marzo 19, 2024
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La legge del desiderio. Di Sonia Scarpante

Massimo Recalcati fa spesso riferimento alla “ Legge del desiderio”  nei suoi libri e nelle conferenze a cui partecipa. A tal proposito ha scritto un testo , anni fa pubblicato con Cortina, dal titolo “ Ritratti del desiderio”.

Riporto le sue parole che mi sembrano essere molto attuali e perseguibili in un’ ottica positiva di inclusione e di appagamento sociale. Il desiderio inteso come forma di autorealizzazione del proprio talento e conoscenza del sé anche attraverso l’approfondimento della relazione con l’ altro.

In una sua intervista egli dice. “ Quando parliamo di desiderio parliamo di una forza inconscia che spinge alla relazione con l’Altro e che sempre implica un inciampo, uno sbandamento, una perdita di padronanza…Non sono “ io” che decido il mio desiderio, è il desiderio che decide di me, mi rapisce e mi anima. Secondo la lezione lacaniana, non è necessariamente infelice e neppure è riducibile a un sentimento di mancanza. L’insoddisfazione è un tratto strutturale dell’isteria, non del desiderio che è piuttosto una potenza, uno slancio che mostra come la vita diventa umana solo attraverso l’Eros, il legame, il riconoscimento della dipendenza, della differenza, della vulnerabilità. Certamente va messa in conto anche una certa quota di solitudine nel movimento di separazione, di distacco, di rottura e di sovversione dell’ordine familiare. E neppure esiste una misura giusta per definire un desiderio “ normale” in quanto unico e irripetibile, inventivo e incomparabile, devianza singolare che sfugge, resiste, ad ogni tentativo di omologazione autoritaria”.

Essenziali e importanti queste sue riflessioni che vanno nella direzione giusta di un desiderio appagante, non limitante. Attraverso il desiderio possiamo mettere a fuoco i nostri frutti, il talento di appartenenza; quel sacro fuoco che ci accompagna e che cerca una via di fuga dal nostro conformismo e adattamento collettivo. Quel fuoco ci rigenera quando non gli resistiamo, quando impariamo ad entrare nei suoi confini per attraversare quel movimento rigenerante. Ne sa qualcosa chi tratta di poesia, di filosofia, di partiche olistiche o altro.

  1. Recalcati aggiunge una nota importante in questa sua intervista. Da rivedere e fare nostra. “ Lacan affermava che la sola vera colpa dell’uomo è quella di venire meno al proprio desiderio. La clinica psicoanalitica conferma che l’infelicità è spesso legata al fatto che la nostra vita non è coerente con ciò che desideriamo. E invita ad essere responsabili rispetto al desiderio che non può essere mai associato al capriccio, perché ogni volta che sono chiamato a scegliere “ ne va della mia esistenza”, come direbbe Heidegger”.

Oggi manchiamo di visioni, di un progetto aggrappato ad un sogno, di prospettive gratificanti. La nostra ricerca deve battere questa strada come ricerca del sé anche con fatica e molta autodeterminazione. Se manca un’idea forte è perché la fantasia viene messa  a tacere, perché il coraggio delle idee viene a mancare. In questo tempo che potrebbe essere di rinascita per tutti noi vale la pena tentare di sfondare quel muro dell’apparenza e delle certezze precostituite per andare oltre, per provare nuove nostre nudità foriere di progetti culturali etici e valoriali per tutta la nostra comunità.  Sarà , poi sempre, la collettività a trarne beneficio. Tutti noi.

Sonia Scarpante Presidente Associazione “ La cura di séwww.lacuradise.it

Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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