lunedì, Aprile 29, 2024
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LA CHIAMATA – DORIS LISA CONFORTIN

La visione è la capacità di vedere l’invisibile. Se si riesce a vedere l’invisibile, è possibile ottenere l’impossibile.

                                 Shiv Khera

Sulla densa fuggevolezza del pigmento oleoso, scivola un tempo divinatorio: gli istanti si amplificano, scorrendo, gli uni sugli altri, e, confondendosi, celebrano uno spazio immaginario reale.

Doris Lisa Confortin ferma una visione sulla tela: un accadimento, da una immemore memoria futura, la carezza, come nottivago pensiero, e la ridesta, in esso, come beata venere.

Una sassosa soglia la celebra e scandisce, invero, la fine di un sofisma, in cui mura e persone si confondono tra cavillosi intrecci esistenziali, mentre una oltremodo luminosa e assurda alba la attende.

Quel nitore bacia la nuda pelle e una seduta ne accoglie la nivea postura: lì, consapevole, gode dell’appartenenza a quell’infinito scorcio di assurdo.

La strada è libera e abbracciata da un manto erboso, la cui perfezione attinge a quanto di più vero accade nel mutare naturale, e degli eventi e dell’essere umano, nel preciso istante in cui ci si ricongiunge con la propria essenza.

L’autrice abbandona il bailamme preesistente e racconta, alfine, l’essenziale compostezza della perfezione: poche linee realizzano la sinossi di diastemi indispensabili, nella liturgia battesimale di una rinascita.

Le setole del pennello annichilano la viscosità di tela e colore, regalando una sublime campitura, così come la mano frantuma ogni possibile ostacolo.

Il pentagramma tonale è costituito da poche note cromatiche, che allignano le proprie radici nell’intenso eco del cosmo, per diventare, poi, l’immagine speculare di ordine interiore.

Così l’orizzonte cessa di essere una linea di confine e definisce illimitate possibilità.

Doris Lisa Confortin mi ha confidato di essersi chiesta il perché gli individui, il cui vocío percepiva, invero, alle spalle, tra frenetici e assenti passi e lo stridore muto del cemento, non prendessero in considerazione quell’Eden, aperto a tutti…

Quella chiamata è, infine, rivolta esclusivamente ad un orecchio pronto ad ascoltare l’eloquio di una genesi alternativa.

“Il visionario costruisce ciò che i sognatori immaginano.”

Non resta, ora, che alzarsi e raccogliere il concretamento di quella realistica divinazione.

https://dlisaconfortinarte.wixsite.com/artedoris

Scent Of Art, spazio di divulgzione artistica a cura di Maria Marchese.

Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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