sabato, Luglio 27, 2024
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“ Perché la violenza sulle donne è razzista” – Speciale Osservatorio sui femminicidi. Di Sonia Scarpante.

Ho trovato molto interessante ascoltare un video di Massimo Recalcati che ho trovato fra i titoli di : larepubblica.it

Riprendo alcune sue frasi su cui noi tutti dovremmo riflettere a fondo proprio perché parliamo sempre di Cura e non a caso Massimo fa parte della mia Associazione ed è socio onorario “ www.lacuradise.it” e con il quale un rapporto amicale ci tiene legati attraverso le scritture.

Lui dice: “ La violenza colpisce la donna in quanto luogo dell’altro, la violenza punta a sopprimere la libertà delle donne e il patriarcato ci ha provato in tutti i modi nella sua lunga storia e stiamo vivendo le ultime scorie e gli ultimi residui di un’ideologia da cui quella violenza proviene…negli uomini il problema dell’identità si pone nei termini della divisa e dell’appartenenza…gli uomini hanno pochi riferimenti e sempre uguali (es. abbigliamento) mentre le donne hanno un rapporto più creativo e generativo. La donna eccede ogni uniforme, gli uomini sono uniformati. Esiste un ingombro che è quello della competizione, della performance, inizia sin da bambini ( chi la fa più lontano…) peso che produce anche effetti di idiozia.

La donna è sgombra di questo peso , è libera, unica, i maschi fanno serie, indossano uniformi. La donna è eccezione, e quindi incarnazione della libertà. L’importanza di apprendere una lingua…. Il romanzo di Elena Ferrante “ L’amica geniale “ riporta una scena quando l’amica geniale, bambina, riesce a prevalere sul piano intellettuale su un compagno di classe , fruttando la sua intelligenza fertile- creativa e quindi umiliandolo . All’uscita di classe il fratello di questo ragazzino agisce in modo violento contro questa bambina e il gesto che fa è particolare e si manifesta attraverso il gesto , cerca di strapparle la lingua. Strappare la lingua dobbiamo vederlo come l’essenziale della violenza degli uomini sulle donne, togliere la lingua significa togliere il diritto di parola. E non a caso le manifestazioni di femminicidio si moltiplicano dove la donna non rinuncia a parlare.

Ci vuole un’educazione sentimentale con la finalità di intendere l’amore come il riconoscimento della lingua dell’altro. La bellezza dell’amore è l’incontro di due lingue differenti. I problemi iniziano quando il corpo sessuale si separa dall’amore ( Analfabetismo emotivo) . La bellezza dell’amore è la bellezza nei confronti della libertà dell’altro…l’Impossibilità di tollerare quando le donne fanno finire un amore. Questa spinta appropriativa dell’altro è il principio da cui scaturisce la violenza…

Massimo Recalcati cita Proust, Moravia, i poeti che dicono la verità sull’amore…che sarebbero da leggere…L’amore implica una sorta di appartenenza ma noi non possiamo mai appropriarci de ll’altro perché altrimenti l’altro diventa un oggetto, una cosa. La violenza maschilista a volte vorrebbe trasformare la donna in roba, oggetto proprio.

Gli uomini violenti pretendono di insegnare alle donne come si deve essere donna ..molte donne sono in difficoltà a reperire una propria identità, perché l’identità della donna è più complessa di quella di un uomo ( non deve mettersi l’uniforme), la donna deve inventarsi ogni volta. In cambio di una supposta identità gli uomini esercitano una sorta di potere sadico sulla donna”. Parole di Massimo Recalcati

Grazie Massimo! Sono in perfetta sintonia con questo tuo dire

Sonia Scarpante Presidente Associazione “ La cura di sé”

Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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