SONO GIOVANNA LA SORELLA DI MASSIMILIANO
Quanto rumore può fare la nascita di un figlio con problemi in una famiglia
Mi reputo ”fortunata” ad aver imparato a conoscere, tramite mio fratello, quello che viene definito il “mondo” della fragilità; quanto amore, rispetto e determinazione ci possa essere in persone che hanno mille difficoltà ad affrontare anche le più piccole necessità della vita quotidiana.
Nonostante si siano fatti passi da gigante per rendere la vita più dignitosa ai nostri ragazzi, c’è ancora tanto da fare per riuscire ad abbattere gli ostacoli che ancora oggi si incontrano quando c’è bisogno di un aiuto concreto da parte di enti pubblici come Comune o Regione.
La burocrazia penso che sia al primo posto.
Sottolineo il fatto che, per esperienza personale, ho però incontrato molto spesso persone sensibili che si occupano di ragazzi come mio fratello, senza nessun tornaconto, solo per missione ed è grazie a loro, se tante persone meno fortunate di noi, possono vivere la loro vita a 360°.
La sofferenza più profonda per una persona con disabilità intellettiva e psichica è avere la consapevolezza di non essere “come gli altri”. Mio fratello vive ogni giorno questo dilemma; la non accettazione dei propri limiti, della propria disabilità. Questa situazione lo fa soffrire tantissimo e di conseguenza noi tutti familiari accusiamo il suo dolore.
Tutte le mie gioie, sono state sempre dolori per mio fratello Massimiliano, quando ho preso la patente, quando mi sono sposata, quando ho avuto mia figlia per me sempre tanta felicità ma, negli occhi di mio fratello tanta tristezza. Penso che, per chi ha una persona con disabilità in famiglia, sia difficile vivere totalmente nella serenità; tutto quello che si fa, ha un non so che di amaro, perché il pensiero va sempre verso la persona che non potrà mai vivere la propria vita appieno.