martedì, Marzo 19, 2024
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CONTRO LA VIOLENZA: SCARPETTE ROSSE

IL 25 NOVEMBRE ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne ideata nel dicembre 1999 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obbiettivo di sensibilizzare le persone circa questo argomento e per non lasciare sole le vittime di violenza.

Conoscendo la mia avversità verso le categorie ritengo che la violenza, sia fisica che verbale, sia sempre da condannare verso ogni forma di vita, senza voler sminuire il grave problema che spesso coinvolge il genere femminile.

In questo clima del non rispetto che sta vigendo nel mondo, l’idea di procurare dolore e sofferenza non sembra essere visto come un aspetto obbrobrioso dell’essere umano, ma come una consuetudine di “mala società”: lo accettiamo passivamente e per alcuni è anche una ragione imitativa per sentirsi più forti. “Il mito del super uomo invincibile”

La violenza è in ogni angolo del nostro mondo e nulla, oggi, fa eccezione, ma soprattutto, viene venduta a chili da alcuni produttori di film, dai videogiochi e dai mass media che sembrano trarne grandi vantaggi di odiens e quindi economici.

E’ come se tutti noi fossimo drogati ed assistessimo intorpiditi ai vari fatti di cronaca che ci vengono proposti e riproposti all’infinito incuranti di ciò che passa davanti ai nostri occhi ma che viene continuamente registrato dal nostro cervello e da quello dei nostri figli.

Ormai quello che vediamo non ci scandalizza nel profondo, ci soffermiamo a dire: “che vergogna”, ma senza che il cuore ne abbia ripercussioni. Tutto ciò provoca una grande degenerazione dei valori e della rettitudine che, se vogliamo sopravvivere come specie, dovremmo rispettare e far rispettare anche con pene maggiormente incisive.

Davanti a noi scorrono tutti i giorni tanti orrori, ed è come se, ci fosse il bisogno di accanirsi sulle diverse vittime, alcune più interessanti di altre, procurando così momenti di alto interesse, che porta poi a visionare gli approfondimenti aprendo dibattiti e scommesse su chi sarà mai stato il colpevole.

Chi delinque diventa famoso ed importante ed ha così momenti di notorietà.

Ci dimentichiamo che parliamo di essere viventi maggiormente fragili che non hanno trovato il modo di salvarsi dai loro killer e non ci domandiamo per quale motivo, oggi,  per far prevalere i nostri bisogni, idee ed interessi asfaltiamo un’altra vita.

Noi tutti siamo complici quando diamo così tanto spazio alla violenza che genera violenza ed aiuta l’immaginario a tollerare e rendere quasi naturale quanto avviene. E dall’immaginare all’agire spesso il passo è breve.

Il 25 novembre è una data importante per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non possiamo continuare a veder crescere il numero delle persone e non solo, che subiscono violenza.

Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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