venerdì, Aprile 19, 2024
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YOGA VERSUS OMEOPATIA – ASHTANGA YOGA. I Sutra di Patañjali e l’Omeopatia

Lo Yoga non è una religione ma è impregnato di religiosità; si mette al servizio dell’esperienza religiosa favorendo un processo di interiorizzazione, armonizzando le energie dell’intera persona, e consentendo in tal modo una rapida evoluzione spirituale verso il Dio della propria tradizione.

Lo Yoga è una pratica di vita che abbraccia la persona nella sua globalità (corpo, psiche, spirito) e ne coinvolge l’esistenza in un processo trasformativo che si svolge in otto grandi tappe o fasi, dette anche 8 Gradini dello Yoga.

Molti sono i punti di contatto tra il pensiero yogico e la pratica cristiana:

-innanzi tutto la lettura approfondita delle Sacre Scritture;

– in secondo luogo il ringraziamento, la glorificazione e l’abbandono a Lui con la preghiera;

–  infine, attraverso la pratica della meditazione, la contemplazione divina che consiste nel rientro nella profondità del Sé Personale, nella consapevolezza del Sé Cosmico e nel mistero della trascendenza del Sé Divino.

Quest’ultimo passaggio rappresenta l’esaltazione massima della nostra evoluzione spirituale e solo pochi sono i predestinati a compierlo: i nostri Santi e i Mistici indù.

Il confronto, nella espressione e nella sostanza, tra i due mondi religiosi (Cristianesimo e Veda) può meglio spiegare il parallelismo che vedremo tra il modo di curare della cultura occidentale (Omeopatia) e la descrizione dei difetti del comportamento secondo il pensiero orientale (Yoga): entrambi, infatti, hanno una visione olistica dell’Uomo, considerato come un tutt’uno di materia, psiche e spirito.

Il sentiero yogico, come detto, è composto di otto aspetti o passaggi detti Gradini, il cui complesso prende il nome di Ashtanga Yoga, o Yoga delle 8 Membra.

Codificato da Patañjali, mitico autore indiano vissuto nel II secolo a. C., viene riportato nei suoi 195 aforismi o Sutra nei quali egli descrive in sintesi la filosofia dello Yoga.

Il primo passaggio, che riguarda le relazioni con il mondo esterno, l’ambiente, e il prossimo, si chiama Yama; in questo sono descritti i principi di una buona convivenza con tutte le altre realtà, dagli esseri viventi, alle cose e alle situazioni al di fuori di noi.

Mi soffermerò inizialmente su quest’aspetto per due motivi: innanzi tutto perché rappresenta il primo ostacolo alla evoluzione del Sé, che è il più difficile da affrontare, superato il quale il cammino può procedere in modo più spedito.

In secondo luogo perché è l’unico momento in cui si parla di rapporti tra noi e le realtà esterne (i passaggi successivi prevedono un’interiorizzazione delle regole), ed è solo a questo punto che è possibile un intervento, un supporto farmacologico dolce, efficace e profondo, che segua cioè le Leggi della Natura e non sia invasivo per la fisiologia umana, qual è quello omeopatico.

Le Regole Sociali di comportamento si esprimono attraverso l’esercizio delle virtù e delle corrispettive astensioni (Yama è il primo stadio delle regole di comportamento verso il mondo esterno).

Le astensioni, o astinenze, abbracciano cinque aspetti:

– ahìmsa                             astensione dalla violenza

– sàtya                                astensione dalla falsità

astèya                              astensione dal furto

– brahamacàrya                 astensione dagli eccessi istintuali

aparigràha                       astensione dalla avidità

Le osservanze, o virtù, riguardano invece l’esercizio delle qualità positive contrarie che, se sviluppate con metodo e convinzione, possono condurci, nel modo migliore, allo stesso obiettivo.

Pertanto, dobbiamo seguire il consiglio del dott. Edward Bach (medico gallese, vissuto nella prima metà del XX secolo, che per primo individuò, e diffuse, l’utilizzo dei semplici fiori dei nostri giardini come metodo di cura alla portata di tutti, i cosiddetti “Fiori di Bach”), il quale affermava che il miglior modo per combattere uno stato d’animo negativo è proprio quello di sviluppare le virtù opposte.

Così, ancora una volta i due mondi (occidentale e orientale) s’incontrano perché hanno in comune la stessa matrice di saggezza.

E’ come se tutti i Maestri, dopo aver attinto a una Fonte Comune, con un linguaggio proprio del loro tempo e della loro terra, si fossero messi d’accordo per dirci la stessa Verità ed insegnarci la stessa Via di guarigione spirituale.

Vediamo in dettaglio le Cinque Regole Sociali di Yama, descritte da Patañjali, negli aspetti positivi (detti osservanze, da conseguire) e in quelli negativi (detti astensioni, da evitare):

1 – ahìmsa (astensione dalla violenza)

Espressioni positive (osservanze): non violenza, astensione dal male, non uccidere né ferire, non nuocere, non dare sofferenza, rispettare gli altri, benevolenza, attenzione, amore, mitezza, umiltà.

Espressioni negative (astensioni): bestemmia, collera, ira, rabbia, percosse, tendenza a contraddire, tendenza alla diffamazione, atteggiamento distruttivo, egoismo, ferire, mutilare, mordere, impertinenza, impudenza, insolenza, insulti, invidia, scagliare maledizioni, odio, rimorsi e sensi di colpa, rimuginazione, atteggiamento sgarbato, atteggiamento sprezzante, disprezzo, sputi, violenza, voglia di uccidere, tedio della vita, suicidio.

2- sàtya (astensione dalla falsità)

Espressioni positive (osservanze): veridicità, sincerità, autenticità, non ingannare sé o gli altri, amare la verità.

Espressioni negative (astensioni): adulazione, servilismo, bugie, menzogne, ciarlataneria, disonestà, falsità, inganno, inaffidabilità, ipocrisia, pettegolezzo, rivelare segreti, calunnia, diffamazione.

3- astèya (astensione dal furto)

 Espressioni positive (osservanze): onestà verso sé stesso e gli altri, rinuncia al desiderio di appropriarsi di cose o ruoli che non ci appartengono con conseguente ridimensionamento e accettazione dei propri limiti, sempre con generosità e condivisione.

Espressioni negative (astensioni):avidità, tendenza al furto, corruzione, tendenza a chiedere prestiti, usura.

4- brahmacàrya (astensione dagli eccessi istintuali)

Espressioni positive (osservanze): controllo e moderazione delle proprie necessità, bisogni, e pulsioni (cibo, sonno, sessualità, lavoro, soldi), controllo degli istinti, uso appropriato della propria energia fisica e mentale.

Espressioni negative (astensioni): sono gli eccessi, tipo anoressia o bulimia, iper o ipo attività fisica e mentale, impudicizia o riservatezza, lascivia o indifferenza al sesso, libertinismo o frigidità, lussuria o astinenza, tendenza al risparmio o a sperperare i beni.

5- aparigràha  (astensione dalla avidità)

Espressioni positive (osservanze): non possessività, non accumulo di cose, beni, denaro o proprietà prendendo in considerazione solo il necessario, non desiderare il superfluo, accontentandosi di quanto si ha per i propri bisogni personali. E’ l’arte della semplicità, del non prendere ma del donare, lasciando andare ciò che è illusorio, transitorio, inutile perché appesantisce la nostra evoluzione spirituale.

Espressioni negative (astensioni): ambizione smodata, avarizia, tendenza a essere dittatoriale, autoritarismo, protagonismo, mancanza di generosità, amore per il potere, vanità.

 OSTACOLI ALLA REALIZZAZIONE DEL SE’

 Patàñjali, nei paragrafi degli Yoga Sutra, afferma che, per intraprendere gli otto passaggi, bisogna innanzi tutto rimuovere gli ostacoli alla realizzazione del Sé.

Gli ostacoli possono essere dovuti a malattie fisiche, all’apatia, alla pigrizia mentale, all’indulgenza al dubbio, all’indisciplina, alla mancanza di perseveranza, all’indolenza, alla mancanza di umiltà.

Questi sono i sintomi con cui si manifestano: sconforto, disperazione, irrequietezza, respiro irregolare, confusione mentale.

Queste sono le espressioni negative (astensioni): ansia somatizzata, torpore mentale, lentezza mentale, mutismo, perdita di ambizione, ipocondria, indifferenza, apatia, temperamento flemmatico, noia, dubbio, mancanza di fiducia in sé, indecisione, esitazione, mancanza d’iniziativa, debolezza di volontà, non perseveranza, non intraprendenza, confusione mentale, caos, mania di contraddizione, indolenza, incostanza, volubilità.

I rimedi omeopatici più importanti in grado di controllare questi sintomi, possono essere: IGNATIA AMARA – NUX VOMICA – LYCOPODIUM.

 Metodo d’analisi omeopatica dei sintomi descritti.

 Una premessa è indispensabile per spiegare il metodo utilizzato in quest’analisi.

Mentre l’insieme delle espressioni negative (astensioni) è stato definito con termini generici da Patàñjali nei Sutra, per un’analisi più particolareggiata degli stessi ho estratto dal vocabolario le definizioni più attinenti alle sue parole per spiegarne meglio il significato.

Raccogliendo tutte queste espressioni, e interpretandole come sintomi patologici di un ipotetico paziente, ho cercato di utilizzarle come “linguaggio omeopatico” per la ricerca di un rimedio utile alla loro cura.

Infatti, in Omeopatia l’analisi del paziente, detta “anamnesi omeopatica”, si svolge con la raccolta diretta dei sintomi nel corso della visita al fine  d’estrapolare quelli più caratteristici, cioè quelli che identificano nel modo più chiaro il soggetto; questi saranno sottoposti a un procedimento che si svolge in due fasi: gerarchizzazione e repertorizzazione dei sintomi.

Nella gerarchizzazione, i sintomi più personali e più caratterizzanti sono analizzati e suddivisi secondo un ordine d’importanza: prima vengono quelli mentali (appartenenti alla sfera psichico-comportamentale), poi quelli generali (appartenenti alla reattività del soggetto nei confronti dell’ambiente esterno, quali il clima, le stagioni, i cibi, le bevande e via dicendo), e infine quelli detti locali (sono le manifestazioni patologiche principali, come la cefalea, i disturbi mestruali, quelli digestivi, ecc…).

Una volta definiti i sintomi minimi di valore massimo, quelli, cioè, che sono specifici per il nostro paziente, questi vengono subito repertorizzati, cioè cercati sul Repertorio; la metodica si avvale di particolari testi, i Repertori della Materia Medica Omeopatica, di cui il più importante è quello del medico omeopata statunitense James Tyler Kent (Woodhull – USA, 31 marzo 1849; Stevensville – USA, 5 giugno 1916), in cui a un determinato sintomo corrispondono parecchi Rimedi della Materia Medica Omeopatica (Trattato di Farmaco-Tossicologia Omeopatica) in grado di guarirlo.

Per una maggior precisazione, si rimanda a testi specializzati.

Oggi il procedimento della repertorizzazione dei sintomi viene effettuato con software particolari adattati ai PC.

I Rimedi in grado di curare il nostro paziente saranno quelli che, per frequenza e importanza, appariranno in cima alla lista della nostra repertorizzazione, fatta in modo vuoi manuale, come si faceva un tempo, vuoi informatico, com’è consuetudine oggi.

Analogo procedimento sarà effettuato anche sugli altri sintomi riguardanti i difetti di Yama, i cui Rimedi omeopatici più importanti sono riportati alla fine di ciascuna delle cinque rubriche, così come descritto nel mio libro di recente pubblicazione: I Giganti della Medicina Naturale (Omeopatia, Agopuntura Tradizionale Cinese, Yoga e Floriterapia). Vita e opere dei Maestri: S. C. F. Hahnemann, J. T. Kent, G. Soulié de Morant, Patañjali. E. Bach, Ed. Mnamon, Milano.

Così, in quest’analisi teorica su un paziente ideale, avendo raggruppato tutti i sintomi attinenti, ad esempio, agli ostacoli per la Realizzazione del Sé, compariranno come primi i Rimedi: LYCOPODIUM, NUX VOMICA e IGNATIA, farmaci in grado di aiutare un ipotetico soggetto a ricuperare l’equilibrio con superamento del blocco verso la Realizzazione del Sé.

Ebbene, in conclusione, questi tre Rimedi possono, teoricamente, aiutarci a controllare tutte le manifestazioni negative che sono di ostacolo alla Realizzazione del Sé: “lentezza e torpore della mente, esitazione, dubbiosità, debolezza di volontà, apatia, ipocondria”, ecc… così come descritti nel testo.

Analogamente, sarà per le altre astensioni o astinenze del primo gradino Yama.

 Pertanto, come già detto, alla fine di ogni capitolo comparirà l’esempio riassuntivo della repertorizzazione elaborata in modo informatico per il nostro ipotetico paziente.

Per i gradini successivi, ci si affiderà poi ad altre tecniche: posizioni di Yoga, Pranayama o esercizi respiratori, Meditazione, ecc., con la guida di un esperto maestro di Yoga. Queste note, naturalmente, hanno solo carattere  informativo, giacché, per la cura del paziente reale, bisognerà fare innanzi tutto una corretta e completa anamnesi omeopatica; infatti, il rimedio definitivo potrebbe essere anche diverso da quelli evidenziati prima.

Tuttavia, il presente lavoro serve solo per evidenziare le analogie e le sinergie tra due metodiche in apparenza diverse, poiché appartenenti a culture diametralmente opposte: il pensiero vedico dell’India antica rappresentato e diffuso da Patañjali, e quello magistralmente espresso nel XVIII secolo dal dottor S. C. F. Hahnemann (Meissen, Sassonia, 10 aprile 1755; Parigi, 2 luglio 1843), e per permettere d’intervenire in modo differente sulle anomalie di comportamento indicate sin dall’antichità dai Maestri del Mondo orientale come aspetti negativi per l’equilibrio interiore e per la convivenza civile.

Infatti, i due mondi (occidentale e orientale) presentano una matrice comune: il rispetto dell’integrità e dell’individualità dell’essere umano in tutti i suoi aspetti, e hanno un identico scopo: favorire una buona evoluzione sociale, fisica, psichica e spirituale degli organismi viventi.

In fondo, è come se tutti i Maestri, dopo aver attinto alla stessa Fonte, con un linguaggio proprio del loro tempo e della loro terra, si fossero messi d’accordo per affermare la stessa Verità e insegnare all’Umanità la stessa Via di guarigione spirituale

De Chirico Tommaso
De Chirico Tommaso
Specialista in Pneumologia ed esperto in Omeopatia e Tecniche Terapeutiche Olistiche. Tommaso De Chirico, classe 1943, dopo aver conseguito nel 1968 la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano e la specialità in Malattie dell’Apparato Respiratorio a Pavia nel 1974, porta a termine una brillante carriera in ambito ospedaliero. Dal 1978, affascinato dai concetti energetici espressi dall’Omeopatia e dall’Agopuntura Cinese, nell’intento di poter così ampliare le proprie conoscenze culturali e pratiche nell’ambito della medicina, si è dedicato anche allo studio di queste metodiche diagnostico-terapeutiche maturando, presso la Scuola So-Wen di Milano, nel 1980 il Diploma in Omeopatia, e nel 1984 l’Attestato di Qualificazione Internazionale di Medicina Tradizionale Cinese con la tesi: "Omeopatia e Agopuntura: complementarietà o antitesi?". In seguito, ha studiato e approfondito tutti i vari aspetti dell’Omeopatia e delle Medicine Naturali: unicismo, pluralismo, complessismo, Omotossicologia, Agro Omeopatia, Antroposofia, Medicina Ayurvedica, floriterapia di Bach e fito-terapia, gemmo, oligo e organo-terapia, spagyria e aromatoterapia, dietetica e nutraceutica, unitamente a tante altre metodiche non invasive (kinesiologia, riflessologia e terapie posturali), presso Scuole qualificate e seguendo i Corsi dei più illustri Maestri e Docenti di queste materie. Coordinatore di alcuni Seminari di formazione in Omeopatia Classica, è autore di diversi articoli dedicati al tema "Omeopatia e Medicina non convenzionale" e, dal 1991, di un libro: “Omeopatia. Guida medica alla cura delle più comuni malattie”, reperibile, sia in formato cartaceo sia come ebook, presso l’editore Mnamon, Milano. Socio fondatore nel 1990 della FIAMO (Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati), ha assunto varie cariche e presieduto a compiti istituzionali e dirigenziali in seno alla stessa. Attualmente ne è Socio Ordinario.
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