giovedì, Marzo 28, 2024
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VILLA LUCA: QUANDO IL SOCIALE È DI QUALITA’

Villa Luca: realtà residenziale voluta dalla società cooperativa sociale onlus “La Torretta”,inaugurata l’8 ottobre 2015, è un esempio di condivisione, armonia ed efficienza. Un luogo dove il benessere di tutte le persone è al primo posto.

Lo scorso 8 ottobre vi è stata la festa per il primo anno di attività di Villa Luca, una realtà residenziale per sei persone adulte con fragilità, situata in un bel complesso immerso nel verde, a Salice Terme in provincia di Pavia. Una casa a dimensione di persona, molto ampia, con grandi spazi per ogni ospite. Una casa molto accogliente, in ordine e pulita, dove le persone possono vivere sia momenti di benessere nel grande salone, sul terrazzo e in giardino o momenti di maggior raccoglimento nelle proprie confortevoli stanze. Quello che si percepisce nella casa è l’armonia fra le persone che vi abitano o vi operano.

E’ stato possibile intervistare alcune persone intervenute e dalla loro voce ci siamo resi conto di come è stato prezioso far nascere un nuovo nucleo, una nuova famiglia.

Così infatti Valter Furlano, Psichiatra – Scuola di Psichiatria dell’Università di Pisa -che ha seguito la nascita e l’evolversi  di Villa Luca nel discorso augurale fatto in occasione del primo hanno di vita della realtà ha espresso alcune importanti considerazioni:

“ … Arrivando qui ho avuto subito la sensazione di sentirmi in famiglia per l’accoglienza e il rapporto sia con gli ospiti che con gli operatori, un rapporto di stima, amicizia, famigliarità.

Senza dilungarmi posso dire che questo primo anniversario rappresenta un traguardo nella riproposizione di un ambiente domestico e famigliare che è la finalizzazione del percorso psicosociale. 

Nel percorso della vita per diverse vicissitudini si possono aver avuto dei
disagi e Villa Luca
può essere definita  la punta di diamante di un certo tipo di strutture non sanitarie, così come era nei sogni di Luca a cui la casa è stata dedicata.. Voglio parlare con il cuore: questo approccio piaceva a Luca.

Quando parlo ai miei pazienti cito ad esempio Villa Luca come un modello che rappresenta da un punto di vista di residenzialità leggera il golden standard per un percorso di reinserimento psicosociale. Queste residenze ricalcano il modello inglese già in vigore 15 anni fa quando a Londra strutture messe a disposizione per persone affette da disagio psichico e anziani erano già in funzione,a differenza del nostro modello che ancora non vedeva il sorgere di queste strutture.

Quindi eccoci a festeggiare il primo anniversario di Villa Luca, un anno di lavoro che ha dato i suoi frutti finalizzati al percorso di reinserimento psicosociale di sei persone: la realizzazione quindi di un sogno nella costruzione della dimensione famiglia.

Qui, a casa, ci ritroveremo a festeggiare il prossimo anno ricchi di nuove esperienze e percorsi di vita.”

Fra i vari ospiti presenti siamo riusciti ad intervistare Alessia Visconti, Vicepresidente della società cooperativa onlus LA TORRETTA alla quale è stato chiesto quale fosse la ”mission” della cooperativa:

“La nostra cooperativa di assistenza sociale e sanitaria attualmente gestisce direttamente una RSA per anziani non autosufficienti, una comunità psichiatrica in provincia di Pavia e con appalti di servizi integrati forniamo il servizio assistenziale in una casa albergo e un’altra RSA sempre in provincia di Pavia. Inoltre gestiamo direttamente due Case Famiglia con autorizzazione al funzionamento a sei posti l’una, che accolgono persone parzialmente autosufficienti con diverse problematiche anche complesse.”

E’ stato chiesto quale fosse la filosofia dei diversi servizi della cooperativa e sempre Visconti ha risposto:

“La Filosofia di gestione dei diversi servizi è quella di andare ad individuare con l’aiuto di tutti i nostri collaboratori delle équipe delle diverse strutture le reali esigenze delle persone al di là del rispetto delle normative di accreditamento per poter applicare progettazioni individuali atte a soddisfare i reali bisogni delle persone ospiti nelle nostre diverse strutture.”

Inoltre ci sembrava importante capire se le diverse strutture si rifacessero ad una particolare metodologia. Visconti ribadisce che:

“La metodologia che viene applicata è quella che nasce dai vecchi piani assistenziali individualizzati di Regione Lombardia per quanto riguarda le RSA e i piani terapeutici riabilitativi che appaiono tutt’oggi degli ottimi punti di partenza successivamente personalizzati in base alle professionalità di cui si parlava prima. Le équipe delle realtà residenziali più leggere hanno la possibilità di personalizzare l’intervento sulle singole esigenze producendo un progetto individualizzato.”

Alla domanda se secondo loro le persone che vivono nelle loro strutture debbano essere protagoniste della loro vita o debbano essere guidate o sostituite in quelli che sono i loro interessi è stato così risposto dapprima da Visconti e successivamente da Paola Delucchi, psicoterapeuta, che segue alcune persone nella residenzialità fra cui Villa Luca.

“Dipende dall’unità di offerta avendo tipologie così diverse di servizi; se si parla di un anziano con “demenza” a volte bisogna sostituirsi a lui anche per evitare una situazione di pericolo”.

Riprende il discorso Paola Delucchi:  Se si tratta di un utente psichiatrico diverse sono le tipologie e patologie e ci sono utenti che per stare bene hanno la necessità di essere guidati ed assistiti, anche contenuti per i continui deliri o comportamenti che li portano a fare delle scelte di vita o avere atteggiamenti lesivi verso sé o gli altri. Tali modalità non li porta a stare bene; quindi nonostante loro siamo oppositivi e si lamentino nell’essere guidati, nel corso degli anni si rendono conto di aver bisogno della comunità e molte comunità sono “più chiuse” proprio per permetter loro di rimanere in un ambiente maggiormente protetto e meno angoscioso. Non si può comunque fare un discorso unico, bisogna conoscere bene la persona, la sua storia, i suoi problemi e capire cosa lo fa star bene.”

Alla domanda se secondo loro ogni atto relazionale è un atto terapeutico risponde sempre Delucchi:

Sì, credo in un certo senso che se la relazione è autentica e porta beneficio c’è qualcosa di terapeutico.  Già nell’entrare in relazione, nel prestare attenzione ad un individuo considerandolo come persona prima della patologia significa – io ci sono e ti voglio aiutare – quindi in questo senso è terapeutico.”

Si chiede ancora se secondo loro la relazione con gli ospiti è unidirezionale oppure un interscambio. Risponde sempre Delucchi:

E’ un interscambio anche perché si costruisce attraverso quello che l’altro ci rimanda. Non può essere unidirezionale neppure con la persona affetta da demenza, neppure con la patologia più grave in assoluto, anche perché nell’esperienza e nel confronto c’è un imparare continuamente: io posso fare per te in base a quello che tu mi rimandi, anche i silenzi sono interscambio, i rifiuti di essere curato oppure chi ci rifiuta ci sta parlando chiaramente e quindi un interscambio è alla base in ogni relazione.”

Secondo alcune visioni si chiede cosa ne pensano del fatto che le persone che accompagnano possano fare anche loro qualche cosa per noi. Risponde sempre Delucchi:

Assolutamente sì; innanzitutto ci danno modo di imparare a conoscerci perché ci mettono davanti ai nostri limiti, alle nostre fragilità, capacità e anche alle difficoltà a relazionarci con determinati tipi di utenze. Non si può essere efficaci con tutti, non avrebbe senso dire –  io riesco a lavorare in modo significativo e proficuo con tutti – e questo determina un’analisi, sei sempre al lavoro con te stesso, un imparare di continuo e poi accettarsi anche con i propri limiti.”

Parlando di Villa Luca ci ha raggiunto anche la Presidente Serenella Ferrari e ci hanno raccontato:

Villa Luca è nata da un desiderio della cooperativa di creare una unità d’offerta sociale che potesse ospitare persone che avessero problematiche complesse, con patologie a volte psichiatriche a volte sociali, in una fascia d’età fra i 55 e 65 anni e che non trovano risposte nei servizi standardizzati offerti sul territorio.

Infatti in provincia di Pavia o sei un disabile grave e trovi collocazione in RSD, oppure hai compiuto i 65 anni e vai in RSA; le ATS concedono le deroghe a cittadini di età inferiori ai 65 anni purché non abbiano patologie psichiatriche.

Il progetto quindi che abbiamo attuato è il figlio di incontri ma soprattutto dei pensieri e dei sogni di Luca.

Luca era un educatore che aveva collaborato con noi a livello individuale in passato, scomparso prematuramente. Aveva questo concetto – Per non perdersi nel tempo – pensiero che è ancora vivo in tutti noi come lui è ancora presente in Villa Luca.”

Non c’è credo molto da aggiungere, è stato veramente un bel viaggio all’interno del cuore di una realtà che pur dovendo porre attenzione alle tante normative è soprattutto attenta alla persona. Dico sempre che tutti noi potremmo trovarci nella medesima situazione e forse vorremmo aiuto ed attenzione come avviene in questa struttura.

Fra i vari discorsi è emerso come le persone che abitano nelle diverse strutture abbiano delle storie particolari e molto interessanti. Ci siamo trovati a parlare dell’importanza della narrazione che può diventare strumento d’insegnamento per molti giovani. Chissà che questo non possa far nascere altri progetti dove la testimonianza possa arricchire i nostri cuori.

Buona vita a tutti

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Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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