venerdì, Aprile 19, 2024

Notizie da Milano

La più grande piazza di Milano sembra non avere nome. Ecco, secondo Andrea Zoppolato dieci proposte sul nome di come  potrebbe essere chiamata!

Girovagando nel Web ho trovato un articolo di  Andrea Zoppolato  del 22/09/2016  dal titolo “  La più grande piazza di Milano è senza nome. 10 proposte su come chiamarla” che vi propongo. Buona letturanotizie-da-milano-foto-2

“Già l’invito era strano. L’evento “si terrà negli spazi all’ombra dei grattacieli di Porta Nuova“. Ho sgranato gli occhi leggendo e rileggendo il documento alla ricerca dell’indirizzo esatto. Ma niente. L’unica indicazione era “gli spazi all’ombra dei grattacieli di Porta Nuova”. Ho pensato alla stranezza di un luogo senza nome, descritto come accade a Tokyo per disorientare eventuali invasori.

All’evento ci sono andato dando appuntamento a qualche amico dicendo loro quello che era scritto sull’invito. Alcuni mi hanno fatto notare che lo spazio circondato dai grattacieli di Porta Nuova è una roba immensa, va da Piazza Gae Aulenti al Palazzo Lombardia, dal Principe di Savoia a Garibaldi. “Sì, hai ragione. Quando arrivi telefona”. Proprio così.

E questo capitava anche sulla strada dell’evento, con gente che domandava
dove si trovasse e la descrizione era laggiù, da quella parte, in questa specie di grande piazza. Una piazza enorme, gigantesca, che mi ricorda AlexanderPlatz a Berlino.

Una piazza che se ci si mette dalla parte del Bosco Verticale si riesce a vedere tutti assieme i nuovi grattacieli di Milano: oltre a quelli di Porta Volta ci sono anche quelli di CityLife. Probabilmente si tratta della piazza più grande di Milano, peccato solo che non abbia un nome.

Già. Perchè più dell’evento con i miei amici si è parlato soprattutto di questo. Che nome ha? E se non ha nome, che nome le si potrebbe dare?

notizie-a-milano-fotoAppena rientrato a casa ho guardato su google maps, per capire come fosse definito questo spazio nel cuore di Milano. Come si vede dall’immagine (il punto di domanda l’ho fatto io) questo grosso slargo, non ha nome. Nè piazza, né parco, né viale.

Visto che si tratta di uno spazio stupendo che di notte diventa incantevole, credo che abbia bisogno non solo di un nome, ma di un nome altisonante per farla diventare la nostra AlexanderPlatz, l’alternativa moderna all’inossidabile di Piazza del Duomo.

10 PROPOSTE DI NOME PER LA PIAZZA SENZA NOME CIRCONDATA DAI GRATTACIELI

#1 Piazza dell’Uomo

Nome sontuoso, sublime, un inno all’umanesimo che potrebbe innescare una sana rivalità fonetica con piazza del Duomo. La versione toponomastica della sfida tra sacro e profano, yin e yang, messa già in atto tra Duomo e Castello Sforzesco.

#2 Piazza del Business

“Umanesimo? Che pizza!” Mi sembra già di sentire chi già con fatica è arrivato alla prima proposta. Va bene, forse l’umanesimo non abita più qui, e allora intitoliamola a ciò che ha davvero animato la creazione di questa piazza e di quello che ci sta attorno. Chiamiamola piazza del Business, così, senza giri di parole o ipocrisia. Perchè se non fosse così invece che in Gae Aulenti si andrebbe al Luna Park delle Varesine.

#3 Piazza Bosco Verticale

Darebbe ancora più risalto all’opera che incide con più personalità sulla piazza. Intitolare al bosco verticale la piazza sarebbe una gran mossa di marketing perchè renderebbe più facile attirare turisti ad ammirare l’opera di Boeri.

#4 Piazza Stefano Boeri

A questo punto osiamo. Sarebbe una cosa pazzesca che farebbe parlare il mondo intero. La prima piazza intitolata a un vivente, escludendo i regimi dittatoriali.Il primo caso di culto della personalità in una democrazia. E la nostra archistar andrebbe in giro per il mondo a celebrare la sua piazza.

#5 Piazza dei grattacieli

Ipotesi più conservativa con un nome quasi didascalico. In fondo è così, è la piazza da dove si possono godere tutti i grattacieli di Milano. Immaginiamo quanti turisti sarebbero attratti dall’andare a godersi lo skyline di Milano.

#6 Piazza orizzontale

Sotto il bosco verticale c’è la piazza orizzontale. Semplice, immediato. Molto pulp, si direbbe se fossimo ancora negli anni novanta.

 #7 Piazza Milano Città Stato

Forse sono un po’ di parte, ma la troverei un’iniziativa geniale, roba d’altri tempi quando la politica aveva orizzonti ambiziosi. Sarebbe un proclama a Roma di sganciarci quell’autonomia che potrebbe rendere Milano libera di gestirsi come accade nelle città di punta di tutti i principali paesi europei. E avrebbe un impatto emozionale incredibile.

#8 Piazza Ciampi

Nelle vicinanze c’è Piazza Einaudi. Sarebbe questa la mossa più politically correct.

#9 Piazza dell’Unione Europea

Ma il politically correct mi dà noia e mal si sposa con la piazza più ambiziosa di Milano. Meglio osare con qualcosa shock: a questo punto perchè non intitolare questa immensa piazza all’Unione Europea? Pensiamoci. Sarebbe una mossa assurda, solleverebbe un vespaio di polemiche, di casini vari. Però sarebbe anche un atto con le palle, dalla piazza più futuribile di Milano potrebbe ripartire un poderoso invito a costruire una nuova Europa.

#10 Piazza Brexit

Se proprio l’Unione Europea risulta indigesta, allora si potrebbe intitolarla al suo opposto, all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Visto che si vuole prendere l’eredità di Londra questa piazza diventerebbe un autentico manifesto che richiamerà per sempre il fatto che Milano prima o poi prenderà il posto di Londra. E’ destino.”

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Ganzetti Raffaella
Ganzetti Raffaella
Sono nata a Milano ormai molti anni fa e nella mia faticosa vita ho effettuato tante esperienze sia umane che professionali. Ho avuto inizialmente esperienze con bambini anche se il mio interesse si è sempre rivolto alla fascia adolescenziale o giovane adulti. Ho avuto la fortuna di lavorare per tanti anni con persone con disabilità sia grave che lieve che ai limiti inferiori di norma, occupandomi dell’aspetto educativo e successivamente terapeutico. L’esperienza mi ha portato a ideare modelli d’intervento sempre maggiormente centrati sulla persona che è l’unico protagonista della sua vita anche in caso di disabilità. Nelle diverse formazioni che ho effettuato a genitori e a personale che si occupa di sociale ho sempre cercato di far comprendere l’importanza dell’ascolto empatico, del contenimento emozionale elementi che nel tempo sono diventati la base del mio metodo. Già Direttore Responsabile di un altro giornale on line la cui redazione era formata da persone con disabilità ora mi accingo a portare avanti un nuovo progetto “Milano più Sociale”
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