mercoledì, Aprile 24, 2024

Coppie in Crisi

Ristabilire un contatto emotivo o separarsi in maniera dignitosa

Quando in una coppia ci si parla addosso e ognuno capisce quello che vuole in un clima di sfiducia reciproca senza nessuna attenzione a come si comunica, è sicuro che la coppia è in crisi o ci sta entrando.

Con la crisi s’instaurano modalità di interazione stereotipate basate su interpretazioni rigide del comportamento dell’altro date per certe, ma in pratica non sottoposte a nessuna verifica.

settimo-catalano-articolo-coppie-in-crisi-foto-2La comunicazione verbale, al posto di avvicinare, fa sentire distanti e l’ascolto diventa superficiale.

Quelle differenze di personalità, che erano state motivo di attrazione nella fase dell’innamoramento, perdono il loro fascino e rivelano stili completamente diversi nell’intendere il rapporto e nell’interpretare ciò che accade.

Si accumulano così i fraintendimenti e i rancori che, col tempo, tendono ad aggravarsi e a creare fra i partner una distanza che sembra incolmabile, perché: “Siamo troppo diversi!”. Se poi si cerca alleanza nei parenti e negli amici e, se questi si schierano da una parte o dall’altra, le cose finiscono per complicarsi ulteriormente.

A questo punto soltanto uno psicoterapeuta riesce a tenersi fuori dal gioco delle alleanze, a uscire dalla logica del torto e della ragione e ad aiutare i due a trovare un senso condiviso alla loro relazione.

E’ un lavoro molto delicato che tende a ristabilire un contatto, aiutando entrambi a comprendere e ad accettare il modo di sentire e di pensare dell’altro.

Da questo processo terapeutico la coppia può uscire rivitalizzata proprio grazie a quella diversità che era diventata l’origine dei problemi, oppure farsi una ragione dell’opportunità di separarsi nella maniera migliore possibile.
Se il disagio di coppia non è radicato, possono bastare pochi incontri e, comunque, prima si interviene meglio è.
Troppe coppie arrivano ad un punto di non ritorno perché ormai le ferite sono troppo profonde e la distanza è davvero incolmabile e la terapia può solo sancire uno stato di fatto, aiutando i partner a separarsi in maniera dignitosa.
Catalano Settimo
Catalano Settimo
Laureato in psicologia nel 1976, sono uno dei primi iscritti all'albo degli psicoterapeuti. Pratico la professione dal 1979: come psicoterapeuta in studio privato, come psicologo-formatore nelle istituzioni scolastiche e nelle aziende. Come psicoterapeuta mi sono occupato di una vasta gamma di disagi psicologici e ho avuto pazienti adulti, in età evolutiva e anziani. Singoli, coppie e famiglie. Il mio approccio psicoterapeutico può essere definito olistico-umanistico o approccio integrato e considera il disagio psicologico come un malessere che coinvolge la persona nel suo insieme, anche se i sintomi possono essere ascritti a caratteristiche diagnostiche ben definite come depressione, fobie, attacchi di panico ecc. Come formatore lavoro soprattutto con gli insegnanti delle scuole statali (dalle Materne all'Università, ma principalmente nella Scuola dell'Obbligo) in progetti legati allo star bene con gli altri e all'integrazione: sensibilizzazione alla dinamica di gruppo, formazione degli insegnanti alla gestione del gruppo classe e utilizzo del metodo TNE. Come Formatore lavoro anche con aziende, sindacati, cooperative, associazioni e gruppi teatrali. In questi ambiti, le mie competenze riguardano l'insegnamento teorico-esperienziale e la sensibilizzazione nel campo delle dinamiche di gruppo, della comunicazione e della gestione delle conflittualità. Nel 1995 ho creato il "Metodo TNE". Il TNE (Tutti Nessuno Escluso) è un metodo pratico-teorico per l'insegnamento di competenze relazionali sperimentato dalle insegnanti in centinaia di classi dagli anni novanta ad oggi. Nel 1996 ho messo a punto "Lo Psicosociogramma" uno strumento sociometrico che continuo a migliorare nel tempo. "Lo psicosociogramma" è un sofisticato strumento di analisi di dati sociometrici che ho creato partendo dal sociogramma classico di Moreno e che continuo a migliorare in vent'anni di ricerca e sperimentazione. Questo strumento restituisce un'immagine della struttura del campo relazionale di un gruppo-classe e della dinamica in corso e, se applicato in due momenti successivi, dà una misura di quanto sono cambiate le competenze relazionali dei singoli e del gruppo nel suo insieme. A cominciare dal 1995 questo strumento è stato utilizzato da centinaia di insegnanti del Centro e del Nord Italia per evidenziare gli aspetti socio-affettivi e i cambiamenti nel tempo del proprio gruppo-classe. Nel 1999 ho scritto "Le porte dell'Attenzione" Ed. Chiara Luce -uscito anche col titolo: "Strategie per il successo formativo" Ed. Tecnodid- è un libro su quegli aspetti del lavoro dell'insegnante che riguardano la relazione con gli allievi e la conduzione del gruppo-classe e racchiude l'esperienza pragmatica di vent'anni di attività nelle scuole di varie regioni italiane. Dal 2016 "Lo Psicosocioramma" è anche un libro che descrive la logica con cui funziona lo strumento, il come lo si applica a un gruppo-classe e come si leggono i risultati. Inoltre nel testo sono illustrati i dati di più di 454 psicosociogrammi.
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